Piera Anna Franini
da Milano
Garbatamente determinato, diplomatico, naturale vocazione alla cooperazione. Manager in senso moderno e europeo. Stéphane Lissner, dal 18 aprile sovrintendente e direttore artistico del teatro alla Scala, è luomo nuovo del Piermarini. Luomo che pur in epoche di tagli fa quadrare i conti, mette su stagioni in un baleno, fa sottili opere di salvataggio, tira fuori numeri e dati con una naturalezza che impressiona una stampa in genere avvezza a comunicazioni farcite di perifrasi e di bizantinismi.
Lissner guarda oltre. È già proiettato verso il 2008, quando la Scala ci ha spiegato ieri - dovrebbe aver raggiunto un certo equilibrio. Il che vuol dire cartelloni programmati come nel mondo si usa, cioè almeno quattro anni prima, con una manciata di nuove produzioni alternate a sane coproduzioni eccetera. Lui firma contratti a scadenza quinquennale, alludiamo, ad esempio, a quello con la Rai che garantisce un pacchetto di riprese a stagione. Di giorno in giorno litaliano di Lissner, nato a Parigi il 23 gennaio 1953, si fa via via più fluente. Ma si sussurra che lidillio abbia una scadenza. Fra i corridoi, ori e stucchi scaligeri si parla di un suo ritorno in terra francese. Riviste di settore, che in Francia godono di una rispettabile tiratura e reputazione, lo indicano nella rosa dei candidati eccellenti alla sovrintendenza dellOpéra di Parigi, teatro che Lissner potrebbe raggiungere allo scadere del mandato di Gerard Mortier, attuale sovrintendente dellOpéra. Il blasone della Scala si rivelerebbe un asso nella manica provvidenziale per Lissner che così potrebbe balzare senza problemi in cima alla lista dei favoriti guadagnandosi la poltrona dirigenziale più importante nel settore musica - di casa propria. I vertici del teatro milanese smentiscono sostenendo linfondatezza della notizia.
Altre indiscrezioni sul fronte scaligero. E sempre in tema di aspiranti eccellenti.
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