Una lista Moratti (Milly) per rubare voti alla Moratti

Una Moratti contro l’altra. La moglie di Massimo, Milly, contro la moglie di Gianmarco, Letizia. Il «campo da gioco»? Le elezioni comunali. Ieri la consigliera della lista Ferrante (7,5% di voti nel 2006) Milly Moratti ha presentato la sua «Lista civica Milly Moratti per Pisapia». E così per la prima volta nella storia di Milano sulla scheda elettorale il 15 maggio ci saranno due Moratti tra cui scegliere, Milly e il sindaco Letizia, sostenuta da una decina di liste. Non solo, per rendere la competizione ancora più dura sembra che Emilia Bossi, detta Milly, avesse pensato di schierare al numero 2, un certo Umberto Bossi, geometra di Bergamo. Una shakerata ai nomi e il cocktail avvelenato «lista Moratti-Bossi per Milano» sarebbe stato servito. Una mossa guidicata troppo azzardata perfino dalla sinistra che alla fine ha rinunciato alla doppia trappola ma non a schierare una lista Moratti destinata a rubare voti a quella del sindaco. Un po’ come è accaduto con le varie finte leghe schierate apposta per rubare voti a chi ingenuamente li sceglie pensando di votare per il Carroccio.
Tra i nomi che sostengono «la cognata», come è stata soprannominata dai maligni in consiglio, Ada Marchetti Gigli, docente universitario e moglie di Piergaetano Marchetti, presidente del cda del Corriere della Sera; il manager di Bruce Springsteen Claudio Trotta, il presidente del circolo Arci Bellezza Massimiliano Gaspari, Luca Mangoni l’architetto che accompagana con le sue performance i concerti di Elio e le Storie tese, Gabriele Mazzotta presidente della fondazione Antonio Mazzotta, Elio Veltri ex parlamentare Idv ed ex sindaco di Pavia. Nell’elenco anche le «voci del dissenso» Rolando Mastrodonato presidente del comitato «Vivi e progetta un’altra Milano», Michele Sacerdoti, candidato alle primarie del centrosinistra e membro del comitato contro City Life, Luigi Caroli fondatore dell’associazione «Milano da salvare», Patrizia Miotti, membro del «Comitato contro la Gronda».
Simbolo della squadra una fetta di arancia, con i nove spicchi che tanto ricorda il simbolo del negozio civico «Chiama Milano», il quartiere generale dove in questi anni la consigliera d’opposizione ha fatto confluire le voci del dissenso, ospitando le iniziative dei comitato contro il parcheggio della Darsena o contro l’abbattimento della Stecca degli Artisti all’isola, e dove ha raccolto le osservazioni dei cittadini per preparare i 600 emendamenti al Pgt. Ambientalista convinta, nel suo negozio Milly Moratti ha anche fatto installare una centralina per misurare lo smog in città.

A confondere ulteriormente le acque e i milanesi più distratti lo slogan: «Milano Bella da vivere». Esattamente quello scelto da Letizia per la sua candidatura del 2006, declinato ora con maggiore forza in «Milano sempre più bella da vivere». Quando si parla di fantasia.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica