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Liste, Bersani al premier: ricostruzione fantasiosa

Bersani smentisce la ricostruzione fatta da Berlusconi sull'esclusione del Pdl in Lazio: "Si comporta da agitatore politico, non da capo dello Stato". E attacca: "Il governo del fare è finito per essere il governo del fare confusione". Di Pietro: "Berlusconi è un baro"

Liste, Bersani al premier: ricostruzione fantasiosa

Roma - Quella presentata stamattina dal presidente del Consiglio Berlusconi "è una ricostruzione fantasiosa". A un paio d'ore dalla conferenza stampa del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, replica duramente accusando il premier di comportarsi "come un agitatore politico, come un capolista, anziché come il capo del governo di tutti gli italiani". Poi attacca: "Quello che doveva essere il governo del fare è finito per essere il governo del fare confusione".

L'attacco al premier Il segretario del Pd bolla come "fantasiose" le ricostruzioni fatte dal premier sulla mancata presentazione delle liste del Pdl per le regionali nel Lazio. Poi aggiunge: "E' inutile prendersela con i magistrati, c’è un verbale dei carabinieri". Perciò l’appello del leader democratico è: "Lascino operare in serenità chi deve operare, se invece vogliamo provare a dare un giudizio riassuntivo di questa vicenda bisogna dire che è stata segnata da errori e limiti, da arroganza e inconcludenza. Il governo del fare ha dimostrato di essere un governo del fare confusione". "E' inutile prendersela con Tizio o Caio - aggiunge Bersani - perchè lì c’è un verbale dei Carabinieri. Lasciamo lavorare chi di dovere documenti e carte alla mano".

La telefonata di Letta Secondo Bersani, "se il centrodestra avesse chiesto scusa per gli errori commessi e aspettato con serenità le sentenze degli organi giurisdizionali, poi sarebbe stato possibile affrontare un ragionamento politico tra maggioranza e opposizione sulla questione delle liste escluse dalle regionali". Ma Bersani racconta che il governo "ha fatto tutto da solo" e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Gianni Letta ha chiamato il Pd solo "un quarto d’ora prima del Consiglio dei ministri" che avrebbe approvato il decreto salvaliste."Io ho ricevuto solo una telefonata del sottosegretario Letta che un quarto d’ora prima del Consiglio dei ministri, gentilmente, mi ha anticipato i contenuti del decreto. Io gli ho fatto presente le nostre obiezioni, tutto qui".

Rinunciare ai ricorsi Avanti con i programmi elettorali. Bersani avanza una proposta al centrodestra: un "disarmo" sul fronte dei ricorsi per le liste escluse dalle regionali. "A questo punto il centrodestra rinunci a proseguire nei suoi ricorsi - continua il segretario del Pd - noi d’accordo con il candidato Penati siamo pronti a fermare il ricorso in Lombardia". E rilancia: "E' ora di creare un clima in cui finalmente si possa parlare delle cose che interessano ai cittadini. Loro avrebbero dovuto riconoscere gli errori, aspettare tutti i gradi di giudizio e poi magari rivolgersi all’opposizione per fare un discorso". "Noi non abbiamo mai voluto escludere nessuno ma non si può chiedere di essere conniventi a misure che servono a sanare solo i loro problemi e che strappano le regole di uno stato di diritto - ricorda Bersani - hanno anche fato un decreto su misura sbagliando le misure, ma in Italia c’è uno Stato di diritto".

La manifestazione di sabato In conclusione Bersani chiama a raccolta le forze di opposizione per riempire la piazza di sabato. Ma puntualizza che "quella di sabato sarà una manifestazione di proposta, non di protesta" in cui è chiaro che al centro delle critiche c’è il Governo che "ha piena responsabilità delle norme varate". "Di Pietro ha un suo modo di sollevare questi temi che noi non condividiamo, l’abbiamo detto mille volte - avverte Bersani - punti di questo genere non sono e non saranno compresi nella piattaforma comune". Poi Bersani ribalta la critica e la rivolge al Governo: "E' una cosa curiosissima. Il Governo che porta attacchi violenti alle istituzioni è strano. Ci siamo assefuatti? In Italia si ribalta l’universo. Cosa deve succedere, che l’opposizione si mette le pantofole e il Governo si mette gli anfibi? Io rappresento un’opposizione seria e pacata, ma non un’opposizione in pantofole. Scenderemo in piazza e poi gli osservatori valuteranno cosa dice la nostra piattaforma".

Di Pietro: "Berlusconi è un baro" "Berlusconi è un falsario, è il baro che cambia le carte in gioco. Preso con le mani nel sacco, se la prende con il sacco. Ma guardati le mani! Che cosa hai combinato, baro...". Per il leader dell’Italia dei valori, Antonio Di Pietro, sulla vicenda liste ci sono "fior fiore di sentenze di tribunali, che hanno dimostrato che all’ora designata non avevano consegnato le firme, che le firme non erano sufficienti e che le regole non sono state rispettate. Poi, addirittura, si è fatto una legge, sbagliandola pure e prendendo provvedimenti che spettava alle regioni prendere".

Casini: "Meglio chiudere con le scuse" "Berlusconi è come il padre che, per il figlio bocciato, se la prende con il professore invece di redarguire il ragazzo che non studia", ha commentato il centrista Pier Ferdinando Casini. "Noi pensavamo - ha continuato il leader dell’Udc - che la vicenda si dovesse dipanare chiedendo scusa degli errori fatti. Non è stato così. È inutile prendersela con la magistratura per gli sbagli fatti dai propri dirigenti e alimentare la sfiducia nelle istituzioni proprio da parte di chi è una delle istituzioni più importanti, come il presidente del Consiglio". A questa sfiducia Casini ha risposto "rinnovando la fiducia nele istituzioni e soprattutto nei confronti del capo dello stato, che non può essere tirato per la giacchetta da destra o da sinistra a seconda delle convenienze".

Il Pdl: "Da Bersani solo propaganda" I coordinatori del Pdl esprimono delusione per le parole di Bersani, che ritengono frutto di uno spirito inutilmente "propagandistico" e "polemico" e chiedono conto della presenza dei democratici alla manifestazione organizzata sabato prossimo. "Bersani - scrivono in una nota Ignazio La Russa, Sandro Bondi e Denis Verdini - ha voluto rispondere in maniera civile anche se con argomenti non condivisibili alle preoccupazioni e alle proposte che Berlusconi ha esposto questa mattina durante una conferenza stampa.

Ciò che ci saremo aspettati, da parte del rappresentante del maggior partito dell’opposizione che ambisce a divenire un partito riformista di governo, soprattutto dopo che abbiamo preso atto del responso del Tar e dichiarato la necessità che a questo punto prevalessero le ragioni della politica e del confronto su contenuti, è che Bersani si dolesse della mancata accettazione della lista del Pdl nella provincia e nella città di Roma, con il rischio di falsare e menomare l’esito del voto".

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