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Gradara: la capitale del Medioevo dove si amarono Paolo e Francesca

Nelle Marche si trova un gioiello capace di resistere ai secoli: è Gradara, capitale del Medioevo e simbolo dell'amore tra Paolo e Francesca

Gradara: la capitale del Medioevo dove si amarono Paolo e Francesca

C'è un luogo nelle Marche dove il tempo sembra essersi fermato. È Gradara, considerata la capitale del Medioevo per via della rilevanza assunta intorno all'anno 1000 e per aver conservato quasi inalterato il suo antico splendore. Seppure immersi nelle verdi colline marchigiane, nella provincia di Pesaro e Urbino, la città e il suo castello si stagliano però non molto lontano dal mare dell'Adriatico.

Gradara sorge in cima a una collina, 142 metri sopra il livello del mare. Crocevia commerciale e non solo, la città ha potuto contare nei secoli bui su una doppia cinta muraria a protezione del suo castello. Nota particolare per quanto riguarda le mura esterne, che si estendono per quasi 800 metri. Imponente anche il Mastio che svetta sulla fortezza cittadina, alto circa 30 metri, da cui i governanti hanno potuto dominare la vallata per secoli.

Gradara, mura esterne

Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, fu il Mastio il primo elemento del castello a essere costruito dalla potente famiglia De Griffo attorno al 1150. Bisognerà attendere circa due secoli, tra il XIII e XIV, affinché vengano realizzate anche la fortezza e le due cinte murarie. A realizzarle saranno i Malatesti, destinati a regnare su Gradara fino al 1463. A cacciarli fu Federico da Montefeltro, giunto al comando delle milizie di Papa Pio II.

Come è facile intuire, il suo ruolo di crocevia per il transito delle merci e dei viandanti ha posto Gradara al centro delle mire di molti aspiranti conquistatori. Nei secoli hanno combattuto all'ombra della fortezza cittadina diversi nobili marchigiani e romagnoli, ma come citato anche lo stesso Stato Pontificio. Ad alternarsi al potere della città famiglie del calibro dei Borgia, dei Medici e dei Della Rovere.

Cucina, le tradizioni del Medioevo

Gradara non è però soltanto fascino e memoria di secoli lontani, ma è anche nota per il suo patrimonio enogastronomico. Si segnala come piatto tipico della città i "Tagliolini con la bomba", un piatto povero tradizionalmente legato alla cucina contadina. Il curioso nome deriva dal metodo di cottura, vediamo perché. La pasta viene scolata solo parzialmente, lasciandola un po' brodosa.

Come elemento finale viene aggiunto il soffritto di pancetta e lardo, con tanto di olio bollente. L'effetto dell'olio sul brodo genera una grande e improvvisa quantità di vapore, da cui deriva l'espressione "con la bomba". Questo e altri piatti sono tra i protagonisti di un evento che si ripete ogni anno a Gradara, interamente dedicato alla cucina del Medioevo.

Gradara e l'amore tra Paolo e Francesca

Gradara, veduta della vallata


Grazie soprattutto ai celebri versi danteschi, "Amor, ch’ha nullo amato amar perdona", l'amore "galeotto" tra Paolo e Francesca ha saputo resistere allo scorrere dei secoli. Una passione che sembra sia nata proprio nelle Marche, all'interno delle mura del castello di Gradara.

Garantirsi posizioni di potere attraverso delle alleanze sancite con matrimoni di convenienza era una prassi piuttosto normale all'epoca dei fatti, ovvero intorno al 1275. In quell'anno due potenti famiglie strinsero un legame simile, portando all'altare Giovanni (detto “Lo zoppo” o Giangiotto), figlio dell'allora signore di Gradara Malatesta da Verrucchio, e Francesca da Polenta, figlia di Guido Minore, che comandava su Ravenna.

Giangiotto si recò ad amministrare, in qualità di podestà, la vicina città di Pesaro. In osservanza delle leggi dell'epoca non potè portare con sé la propria famiglia, lasciando quindi a Gradara sua moglie Francesca. Questa viveva nella quasi completa solitudine, interrotta soltanto dalle visite del cognato (e fratello di Giangiotto) Paolo. Si narra che fu durante uno di questi incontri che lessero la storia di Ginevra e Lancillotto, sfortunata coppia travolta da una passione proibita.

Come tra i due personaggi della saga arturiana, anche tra loro scattò una scintilla destinata ben presto a divampare in un fuoco dirompente. La loro fortuna si esaurì quando vennero sorpresi da Giovanni, che li uccise trafiggendoli con la sua spada.

Venne così posta fine a un amore tanto sfortunato, quanto puro e incondizionato.

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