Marina di Conca, la baia divenuta Patrimonio dell’Umanità

Tra bellezze paesaggistiche, artigianato e bontà culinarie: Marina di Conca è un luogo suggestivo, un porto sicuro in cui il mare è di smeraldo

Marina di Conca, la baia divenuta Patrimonio dell’Umanità

Prende il nome di Marina di Conca una piccola baia che si trova nel comune di Conca dei Marini, sulla Costiera Amalfitana. Si tratta di un luogo davvero suggestivo e magico, con un litorale di piccole abitazioni di colore chiaro, un minuscolo e grazioso porto e la cappella della Madonna della Neve, in onore della quale ogni 5 agosto si svolge la consueta processione in mare.

Marina di Conca è stato uno dei luoghi cardine della Dolce Vita negli anni ’60 e ’70 ed essendo parte della Costiera Amalfitana è stata eletta nel 1997 Patrimonio dell’Umanità Unesco.

La baia di Marina di Conca

Marina di Conca

La baia in questione, come riporta l’Unesco, possiede una piccola depressione, da cui deriverebbe il toponimo. Uno dei punti più interessanti da visitare in barca, ma che presenta un divieto di immersione, è la Grotta dello Smeraldo: scoperta nel 1932, le sue acque sono verdi per via della luce che passa attraverso un sifone roccioso. Oltre alle acque che hanno ispirato il nome alla grotta, l’attrazione è un presepe sommerso visitabile a Natale. Qui avveniva la pesca del corallo rosso del Mediterraneo, che poi l’artigianato diffuso della Costiera Amalfitana rielaborava per creare oggetti e monili, ma anche e soprattutto corone del rosario.

Per il resto, Conca dei Marini è uno spettacolo naturale intenso, anche oltre la propria baia, con i propri terrazzamenti viticoli, i boschi in cui sono presenti vari arbusti e una vegetazione spontanea tipica della macchia mediterranea, le coltivazioni di carrubi usati per l’alimentazione, per l’allevamento e per l’artigianato.

Storia e leggende di Conca dei Marini

Conca dei Marini

La storia della baia di Marina di Conca è naturalmente legata alla Repubblica Marinara di Amalfi, dato che il porto ospitava in particolare tonnare, che rappresentavano un importante sostentamento economico e alimentare per la zona. Non solo: i boschi di Conca e della vicina Agerola, luogo di produzione di una gustosa provola, fornivano molto legname ad Amalfi.

Ma anche le leggende di Marina di Conca sono legate naturalmente al mare. Si parla di pescatori con poteri tali da poter calmare le trombe d’acqua in estate, ma anche delle janare, streghe che volavano sulle barche dei pescatori con le loro scope.

L’artigianato e i prodotti tipici di Conca dei Marini

Rosario in corallo

Una delle caratteristiche più interessanti di Conca è l’artigianato, che si esprime in diversi modi. Una è la produzione dei rosari per le preghiere cattoliche, che fin dall’antichità avviene attraverso la lavorazione delle carrube e del corallo rosso.

C’è poi l’intreccio delle palme, per la realizzazione dei tipici manufatti che nel Mezzogiorno d’Italia vengono distribuiti il giorno della Domenica delle Palme, la settimana precedente alla Pasqua. Questi lavori vengono conservati al buio, per evitare la fotosintesi, quindi la possibilità che le foglie bianche utilizzate diventino verdi, e naturalmente vengono benedette da un sacerdote o un altro prelato.

La fede permea qui non solo gli aspetti del sacro, ma anche quelli del profano. All’ingresso di Conca si trova infatti il convento di Santa Rosa, che ospitava un monastero di suore: a loro è attribuita l’invenzione della sfogliatella di Santa Rosa.

Che siano frolla (e quindi a base di pasta frolla) o riccia (con una speciale pasta sfoglia croccante tipica della Campania), entrambe sono arricchite di crema pasticciera e amarene sciroppate, altro must culinario della regione.

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