A Ventotene, dove le sirene cantano ancora

Ventotene è celebre per essere al centro di un episodio contenuto nell'Odissea: è sui suoi scogli che Ulisse con i compagni riesce a sfuggire alle sirene

A Ventotene, dove le sirene cantano ancora

Tra le isole Pontine in provincia di Latina, una delle più interessanti è sicuramente Ventotene. È abitata, ma al tempo stesso conserva ampie porzioni in cui la mano dell’uomo non ha toccato nulla, mentre laddove l’elemento antropico è visibile si intravede una sotria antica e interessante.

Ventotene è conosciuta principalmente come l’isola delle sirene ma è anche molto altro soprattutto oggi: è un luogo molto amato dai ghiottoni dei piatti di mare, per gli appassionati di immersioni e naturalmente di coloro che cercano un turismo tranquillo, lontano dalle gite massificate nelle vicine isole Flegree come Capri e Ischia. Cultura, storia e natura si mescolano quindi qui, insieme a dei panorami unici che hanno fatto da sfondo ad alcuni prodotti per il cinema e la tv: da Ferie d’agosto di Paolo Virzì a Il professor Cenerentolo di Leonardo Pieraccioni, passando per The New Pope di Paolo Sorrentino.

La storia di Ventotene

Ventotene

Ventotene appare per la prima volta nella storia d’Europa durante l’Impero Romano: l’isola fu infatti destinata dagli imperatori a fungere da esilio per i personaggi scomodi delle loro famiglie. Ed è così che qui visse, ad esempio, Giulia, figlia invisa di Ottaviano Augusto, che la accusò di tradimento verso l’imperatore e adulterio verso il marito Tiberio. Ma questo esilio non fu esattamente una passeggiata per lei.

L’isola, all’epoca chiamata Pandateria, era abitata soltanto da donne: non si poteva bere vino e ogni eventuale visitatore era posto al vaglio dell’imperatore. Qui furono esiliate successivamente anche Agrippina, nipote di Tiberio, e Ottavia, moglie ripudiata da Nerone. Del periodo romano però restano reperti archeologici relativi a ville meravigliose ed efficienti acquedotti a Ventotene.

Furono i Borbone a risollevare le sorti di questo verde lembo di terra, costruendo diversi edifici molto interessanti, sia civili che religiosi, dipinti spesso con tinte pastello che ricordano le isole Flegree. Tra gli edifici borbonici c’è Forte Torre, che ospita attualmente un museo archeologico.

Le sirene di Ventotene

Ventotene

Quelle di Ventotene non sono sirene qualunque. Sono “le” sirene, quelle che cercano di incantare Ulisse e i compagni nel XII canto dell’Odissea.

Secondo il mito narrato da Omero, Circe aveva avvisato Ulisse dell’incombente pericolo, consigliandogli di turarsi le orecchie con i tappi di cera. Tuttavia “l’uomo dal multiforme ingegno”, che era dotato di un’estrema curiosità, fece turare le orecchie ai compagni e si fece legare all’albero della nave per ascoltare le sirene ma non cadere in tentazione.

Le sirene vengono avvistate sugli scogli che sono conosciuti come Sconciglie a Ventotene. Le sirene erano figlie di Melpomene, la musa della tragedia, e del dio dei fiumi Acheloo. Erano similmente creature leggendarie, metà donne e metà pesci, ed erano crudeli: ammaliavano i marinai con il loro canto ma poi li divoravano abbandonando le loro ossa lungo la costa.

Oggi, in cui tutti sanno che le sirene non sono reali, del mito restano delle spiagge suggestive, parte delle quali costituiscono un’area protetta per via

della biodiversità ittica. Le calette sono molto peculiari: da Calanave in cui la sabbia è nera al tramonto su Parata Grande fino a Cala Rossano. Sull’isola predominano inoltre pietre come tufo e basalto.

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