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Per l'Italia under 20 ai Mondiali è già clima da ultima spiaggia

Stasera a Rovigo gli azzurrini affrontano l'Argentina: vincere è obbligatorio dopo la sonora sconfitta all'esordio con gli All Blacks

Per l'Italia under 20 ai Mondiali è già clima da ultima spiaggia

Premessa: i mondiali di rugby under 20 che si stanno giocando in Italia - per l'esattezza in Veneto - sono uno spettacolo fantastico, una immersione nella pallaovale del futuro che solo il «braccino corto» della Rai sta riducendo ad una programmazione di nicchia. Sono partite di una bellezza apprezzabile anche dai non addetti ai lavori: perchè questi superboys (di una fisicità talmente straripante da risultare vagamente inquietante) giocano senza le astuzie e i tatticismi dei fratelli maggiori. Potenza contro potenza, velocità contro velocità. E il commento più frequente che si è sentito nella telecronaca in lingua inglese (dove i giornalisti sanno di cosa stanno parlando) della partita tra Italia e Nuova Zelanda è stato «terrific tackle!», placcaggio meraviglioso.
Già: Italia - Nuova Zelanda, il match che ha impietosamente messo i nostri under 20 di fronte ad una nazionale che da anni non perde una partita, e i cui giocatori hanno tutti - dal primo all'ultimo, a dispetto dell'acne giovanile - scolpito nel volto il destino negli All Blacks maggiori. Non ci hanno fatto vedere la loro metà campo, tranne nell'azione in cui siamo andati in meta. Abbiamo perso 67 a 7. Eppure è stata una Italia bella da vedere. I tecnici azzurri lo dicono quasi sempre, anche davanti alle sconfitte più vergognose. Invece stavolta è vero. Si sono viste le solite ingenuità, piccole presunzioni, gli errori sui fondamentali. Ma quando la mischia dell'Italia «carretta» per dieci metri quella degli All Blacks vuol dire che qualcosa di buono sta accadendo. E quando si vede giocare nella under 20 un ragazzo come Cosulich si può essere ottimisti: forse tra due anni la Nazionale maggiore avrà un estremo degno di questo nome e davvero italiano, senza bisogno di andarlo a pescare tra gli scarti di altri paesi.
Il problema, ora, è che con l'Argentina stasera bisogna vincere, se si vuole che questo mondiale in terra veneta continui ad avere un senso. Impresa possibile. I ragazzi argentini non reggono il confronto con i loro fratelli della nazionale maggiore: lo sanno anche i vertici della federazione di Buenos Aires, assai preoccupati dal «vuoto» che si intuisce alle spalle della generazione dei Contepomi. Ma per noi la scarsezza di idee dimostrata dai biancocelesti nel loro match d'esordio, che li ha visti seccamente sconfitti dal Galles, è una buona notizia. Dice Guglielmo Palazzani, il mediano di mischia degli azzurrini (che contro la Nuova Zelanda ha convinto solo in parte): «Il gioco dei Pumitas è tutto focalizzato sul gioco degli avanti, è un rugby fisico fatto di raggruppamenti e maul, per questo credo che dovremo batterli in zona tre, metterli in difficoltà muovendo la palla velocemente.

Siamo focalizzati al massimo su questa partita, sappiamo che vincerla potrebbe rappresentare un momento chiave per il nostro torneo e daremo tutti il 100% per portare a casa la partita».

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