Lite sulla mafia E l’autore si accapiglia anche con la Lega

Alla fine ci sono tutta la Lega Nord e metà del centrosinistra che si scornano in un infinito botta e risposta su Roberto Saviano, ma il primo a incominciare, questa volta, è stato proprio lui. Su Vanity Fair, che gli dedica la copertina del numero in edicola oggi, l’autore di Gomorra punta il dito: «La Lega ci ha sempre detto che certe cose al Nord non esistono, ma l’inchiesta sulle infiltrazioni della ’ndrangheta in Lombardia racconta una realtà diversa. Dov’era la Lega quando questo succedeva negli ultimi dieci anni laddove ha governato? E perché adesso non risponde?». Detto fatto, ecco il viceministro Roberto Castelli: «Leggo che Saviano fa alcune domande sulla Lega e si chiede perché non rispondiamo. Eccomi qua». Poi il contrattacco: «Saviano è accecato e reso sordo dal suo inopinato successo e dai soldi che gli sono arrivati in giovane età» e ha la sola scusante che «quando noi combattevamo contro la sciagurata legge del confino obbligatorio che tanti guai ha portato al Nord, aveva ancora i calzoni corti». Infine l’affondo: «Noi abbiamo fatto atti concreti, non ci siamo arricchiti coi libri».

Con lo scrittore si sono schierati Walter Veltroni, che ha parlato di «attacchi vergognosi e minacce» da parte della Lega, immediatamente affiancato dall’ex pm oggi eurodeputato Idv Luigi De Magistris, che ha scavalcato Saviano accusando la Lega di « razzismo presuntuoso». Dalla vicepresidente alla Camera Lussana al coordinatore dei Giovani padani Grimoldi, ieri tutto il Carroccio si è mobilitato all’urlo di: Saviano si informi.

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