Al Litta «Otto donne e un delitto» detective story con sorpresa

Recitano, cantano e ballano come in un varietà d'altri tempi, le «Otto donne» protagoniste della pièce di Robert Thomas in scena al Teatro Litta fino 4 luglio. Nella versione di Silvia Giulia Mendola, il testo del drammaturgo francese assume un titolo con sfumature da giallo, «Otto donne e un delitto», ma non rinuncia al tono ironico e grottesco che lo caratterizza e che lo ha reso un classico della commedia anni Sessanta. Rinchiuse in una villa di campagna, assediate da una coltre di neve che impedisce ogni collegamento con l'esterno, le otto donne si trovano alle prese con il cadavere del padrone di casa. L'inchiesta procede come in una tipica detective story, alternando però i momenti di indagine psicologica a monologhi cantati in cui ognuna delle donne fornisce la sua versione dei fatti. In questo processo di lenta identificazione di una verità, che sarà manco a dirlo sorprendente, la musica (eseguita dal vivo da un pianista che non va sottovalutato) ha un ruolo fondamentale: sottolinea i passi salienti del racconto, ma lo immerge anche in un clima affettuosamente ironico che ne fa una sorta di cabaret a sfondo esistenziale. Silvia Giulia Mendola è particolarmente brava nel coordinare un gruppo di giovani attrici energiche, versatili e coraggiose che interpretano ognuna un prototipo di femminilità declinato in chiave romanzesca, ma ancora per certi versi attuale.

Lo spettacolo si fa inoltre apprezzare per il suo essere teneramente antico, per il suo tentativo di rivitalizzare lo schema rassicurante della commedia sentimentale, per la sua disinvoltura nell'essere leggero senza mai scadere nel futile o nell'inconsistente.

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