Alessandro Farulli
da Livorno
Dopo quasi quattrocento minuti di astinenza da gol casalinghi, Bakayoko spezza l'incantesimo e regala al Livorno la vittoria sull'Udinese e al tecnico Arrigoni il successo numero 100 in carriera. Tutto questo in una gara dove è stata la noia a farla da padrona. Inoperosi i due portieri ed eloquente il numero di tiri totali della sfida: nove, di cui cinque fuori dallo specchio. Stavolta non si può dare torto al presidente Aldo Spinelli, che al termine della partita ha detto che «Il calcio ha bisogno di vita e quindi di gol, se no non ci si diverte». Per fortuna dei padroni di casa le castagne dal fuoco le ha tolte l'ivoriano Ibraim Bakayoko, oggetto misterioso lo scorso anno, attaccante utilissimo in questa stagione. Il suo è il secondo acuto in campionato e ha già segnato una rete pure in Coppa Uefa.
In casa Udinese c'è, invece, da fare un mea culpa da parte di Galeone - che ha schierato una squadra a tre punte, ma che pensava solo a difendersi - e soprattutto da parte di Antonio Di Natale. Il suo sciagurato calcione a palla lontana rifilato a Morrone - che gli è costato il rosso diretto - si commenta da solo. E pensare che fino a quel momento (23' della ripresa) Di Natale era stato il migliore in campo. Avendo anche sfiorato il gol con un pallonetto splendido finito di poco alto. Non è un caso che soli 5 minuti dopo la sua cacciata dal campo il Livorno, che stava giocando meglio ma senza strafare, ha trovato il colpo decisivo. Il presidente dei friulani Pozzo ha tirato una stoccata a Galeone: «Bisogna che la squadra lavori di più sul campo».
Della partita c'è poco altro da dire: più viva la seconda frazione, non foss'altro per l'espulsione e per il bel gol di Bakayoko.
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