Locatelli (Asl): «Durante le guardie mediche e le visite a domicilio la rete è inaccessibile»

Il sistema informatico si inceppa, i certificati vanno comunque stampati, i medici che visitano a domicilio non hanno i mezzi per compilare un modulo on line. A mettere in evidenza i punti deboli della riforma sono i medici di famiglia e quelli dell’Asl. E al loro coro si uniscono i camici bianchi del pronto soccorso: «Siamo sotto organico, è impossibile che uno di noi si dedichi esclusivamente alla compilazione dei certificati on line». Tutte le falle del decreto Brunetta saranno analizzare nei tavoli di confronto e risolte entro la fine dell’anno.
Anche il direttore dell’Asl di Milano, Walter Locatelli, dice la sua: «La sanità elettronica serve, non c’è dubbio. Ma bisogna fare in modo che funzioni bene. Una riforma di questa portata non può certo essere calata dall’alto, ma è necessario valutare con attenzione come attivare il sistema». Tra i problemi da affrontare, Locatelli segnala l’impossibilità di accedere alla rete informatica per chi presta servizio di guardia medica e per chi effettua visite a domicilio.
I medici di famiglia del sindacato Snami mettono in luce altre questioni: «Non si farà tutto on line - fa notare uno di loro, Giuseppe Cetta -. Bisognerà comunque stampare una copia del certificato per il paziente e un attestato di invio del certificato. Mi chiedo allora dove sia il vantaggio».
I medici inoltre denunciano che a loro non entrerà in tasca nemmeno un euro, aumenteranno solo le spese e basta. «Prima la carta per compilare i certificati - denuncia Cetta - ce la forniva l’Inps, ora è tutto a carico nostro: la stampante, la carta, le cartucce.

E come indennità informatica riceviamo solo 78 euro al mese. Per altro il sistema non funziona. O meglio, quando va non c’è nessuno problema. Ma io non riesco ad accedere alla rete da una decina di giorni e così non si può lavorare».

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