Lolli Ghetti, l’armatore che fu presidente due volte

Federico Berlingheri

È deceduto l’altra sera all'ospedale San Martino, ad undici giorni dalla data del suo ottantacinquesimo compleanno, Glauco Lolli Ghetti, presidente della Sampdoria dal 1961 al 1965 e dal 1974 al 1978. L'armatore originario di Ferentino ma trapiantato a Genova, ex membro della P2 e Cavaliere del lavoro, viveva a Montecarlo, ma si trasferiva spesso nella provincia di Alessandria, dove, nei giorni scorsi, ha accusato il malore che poi si è rivelato fatale. La prima esperienza blucerchiata di Lolli Ghetti, ebbe inizio nel '61 quando una Commissione di reggenza (composta da Sanguineti, Rebuffa, Cornetto, Borghi e Corti) lo scelse come successore del dimissionario Alberto Ravano. All'inizio dell'avventura doriana l'audace proprietario laziale promise addirittura lo Scudetto, salvo poi, nel '65, al termine di due salvezze soffertissime, rassegnare mestamente le proprie dimissioni. Erano tempi duri per i vertici della Samp, i presidenti cambiavano come se piovesse: gli successe Enrico De Franceschini, un altro armatore, «scalzato» nel '66, dopo la prima storica caduta in Serie B, dal rivarolese Arnaldo Salatti. Poi, nel '68 fu la volta dell'«avvocato di campagna» Mario Colantuoni che rimase in sella fino al '73, sostituito da un biennio di presidenza-Rolandi. Colpito da un infarto, lo stesso Giulio Rolandi cedette la carica al cavallo di ritorno Lolli Ghetti nella stagione 1974-75, conclusasi con un quart'ultimo posto e una salvezza stentata. Il campionato successivo vide un'altra faticosa salvezza e, nel '66-67, fu nuovamente Serie B.

La retrocessione e l'avversione di buona parte della tifoseria indussero Lolli Ghetti a lasciare definitivamente la Sampdoria nel 1978, soltanto un anno prima dell'acquisto della società blucerchiati da parte di un ex fattorino romano di nome Paolo Mantovani.

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