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"La Lombardia vuole il nucleare? Nel 2030 avrà la prima centrale"

Salvini scalpita: "L'ultima generazione richiede solo 7 anni. E la Regione può diventare capofila di questa produzione"

"La Lombardia vuole il nucleare? Nel 2030 avrà la prima centrale"

La Lombardia, se volesse, potrebbe avere il nucleare nel 2030. È una suggestione, quella del ministro per le Infrastrutture e vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini (nella foto). Ma una suggestione importante, che ben si connette ai contenuti di «Lombardia 2030», l'evento organizzato dal governatore, Attilio Fontana, per fare il punto sulle prospettive di sviluppo della Regione, a due mesi dal voto regionale.

Si è parlato anche di energia ovviamente, e non solo di caro-energia e di bollette, che pure restano una preoccupazione rilevante per le imprese e le famiglie. Si è parlato anche dell'energia del futuro, che non potrà venire solo dalle rinnovabili. «Il nucleare di ultima generazione - ha detto il ministro - prevede sette anni di lavorazione. Siamo nel 2022, dunque nel 2030, se la Lombardia volesse essere capofila, avremmo la prima produzione energetica di questo tipo. «Mi fa piacere - ha osservato il ministro - che anche Coldiretti dica che servono energie di tutti i tipi, quindi le rinnovabili sicuramente, ma anche il nucleare. Mi si dice che ci si mette tanto, ma se mai si comincia, mai si arriva».

La Lombardia - per il milanesissimo Salvini - si conferma «non solo motore d'Italia, ma motore d'Europa. E, anche, creatrice di speranze, di sogni che poi diventano realtà e quindi lavoro. Penso alla scommessa olimpica a cui qualche anno fa nessuno credeva e adesso significa strade, impianti sportivi, palestre, innovazione e soldi che rimangono sul territorio». «Poi per quello che riguarda le infrastrutture - ha aggiunto vista rilasciata a Lombardia Notizie Online a margine dell'evento - dalla Pedemontana all'Alta velocità, dalla Vigevano-Malpensa alla sistemazione di ponti sul fiume Po. C'è tanto da fare pensando non solo al 2030, ma anche oltre in quanto abbiamo l'onore e l'onere di essere capitale europea dell'innovazione. Quindi, giornate come questa che portano il pubblico a confrontarsi con il privato, sono qualcosa di fondamentale».

Lavori in corso. Questo il messaggio che il ministro ha voluto lanciare ai lombardi. «Ho incontrato gli amministratori delegati di Trenitalia e Ferrovie dello Stato. È vero che in Lombardia molti e troppi lavori sono stati ritardati, fermati, rinviati e quindi sto accelerando, non da lombardo, ma da ministro». E ha citato la Ponte San Pietro-Bergamo-Montello, la Codogno-Cremona-Mantova e i tanti dossier sulla scrivania quelli a cui sta lavorando per «farli partire».

Insieme a Salvini, all'Hangar Bicocca sono intervenuti i ministri Giancarlo Giorgetti, Daniela Santanchè e Roberto Calderoli, che ha ribadito la richiesta di autonomia che la Regione sposa in pieno.

«Io credo che su ulteriori forme di autonomia debbano essere calate nel singolo contesto locale - ha detto - le regioni del Mezzogiorno non devono vederlo come un pericolo, ma la possibilità per loro di accelerare rispetto alla velocità con la quale stanno andando ora».

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