di Emanuela Fontana e Daniela Uva
La previsione era quella di uno tsunami, un’onda enorme di studenti in arrivo su Roma, 100mila addirittura, la fiumana della protesta incontenibile, l’irruenza della mareggiata che si riversa nella Capitale fin sotto i palazzi del potere. Non si sa se sia stata stanchezza, delusione, mancanza di unità, sia tra gli studenti autoproclamatisi dell’«Onda anomala» che tra i sindacati.
Però quello che dicevano gli occhi ieri a Roma era che via Cavour, la passerella delle manifestazioni, era riempita solo per metà dal corteo degli universitari che avrebbe dovuto assorbire gli affluenti della contestazione giovanile da tutta Italia. Un ruscello veniva giù da piazza della Repubblica senza bandiere di partito, ma senza esplosioni di partecipazione. Un altro torrentello, il corteo dei sindacati, avanzava dalla Bocca della Verità, ma era un corteo monco, perché era assente la Cisl (in piazza Cgil e Uil) ed era infinitamente più esile di quello della manifestazione sindacale unitaria di due settimane fa. La brutta copia. Il guizzo, ma più muscolare che numerico, c’è stato quando una parte del corteo di universitari più studenti delle superiori ha deviato dal percorso stabilito con una lunga corsa verso Montecitorio, presidio pacifico e non autorizzato di due ore, con numerosi insulti a Gelmini e Berlusconi. Nessuno scontro, nemmeno un momento di tensione, e questo è indubbiamente positivo per una protesta che negli ultimi tempi si stava trasformando in un ring tra estremismi opposti. I
Il segno della manifestazione sono però molti palazzi di Roma ricoperti da scritte e il sogno di un oceano di studenti che non hanno convinto per numeri e messaggi. Che succede alla grande Onda anti-Gelmini? Quei 500mila partecipanti di cui si gloriava l’Unione degli studenti sono stati ridotti di quasi venti volte dalle forze di polizia. Non più di «trentamila persone» ieri in piazza su ben tre cortei, è stato il conteggio della questura di Roma. E di questi gli universitari erano forse meno della metà. A paragone, i piccoli delle superiori erano più compatti e numerosi, calcolando anche che «i grandi» avevano trovato ospitalità gratuita per la notte in alcune facoltà occupate.
Roma, condanne a morte agli sbirri. Il 14 novembre, in fondo, doveva essere il capolavoro finale di una serie di proteste fin qui molto partecipate: quello di ieri era il corteo nazionale contro i tagli all’università, la sfilata di matricole e laureandi, ricercatori e precari, tutti insieme finalmente, in sciopero, lo schiaffo più forte al governo e al ministro dell’istruzione Mariastella Gelmini. E invece i sindacati si sono spaccati (Cisl a casa, sciopero revocato). E così facendo ieri in piazza non hanno portato più di 7mila persone secondo notizie informali delle forze di polizia (100mila per gli organizzatori).
Il leader della Cgil Guglielmo Epifani ha trovato a piazza Navona una platea in miniatura rispetto alla grande piazza del Popolo che lo aveva acclamato il 30 ottobre: «Chi non c’è sbaglia», ha fatto polemica: «Ogni volta che provano a isolarci gli va male. Anche oggi una grande manifestazione». Ma i numeri dicono che a farsi male non è certo stata la Cisl di Raffaele Bonanni. E al sit in dei sindacati molti studenti sono arrivati a comizi conclusi. Nel loro corteo giovanile, forbici al petto per indicare i «tagli», manifesti spiritosi ma anche messaggi non molto edificanti: «A Natale-un solo regalo-la Gelmini-appesa a un palo». Tra le scritte lasciate sui muri lungo il percorso, a via delle Botteghe oscure c’era anche questa: « + sbirri morti».
Danni al treno degli studenti pagato da Rifondazione. Dopo aver tentato di bloccare i binari della Stazione Centrale per ottenere il biglietto al prezzo politico, gli studenti milanesi non hanno esitato a sporcare e in qualche caso danneggiare il convoglio affittato per 32mila euro. Il noleggio è stato possibile solo grazie al contributo di Cgil e Rifondazione comunista, che per far partire gli studenti hanno sborsato diecimila euro in totale, con una garanzia firmata dalla Cgil milanese, che si è assunta anche la responsabilità di reperire i 14mila euro mancanti. Al loro arrivo a Roma, ieri mattina, gli oltre 500 giovani a bordo hanno però riconsegnato alle Ferrovie un convoglio imbrattato da scritte e con qualche apparecchio fuori uso. «Abbiamo trovato numerosi estintori scaricati e diverse frasi scritte con gli spray in alcune carrozze - confermano da Trenitalia -. Non sono propriamente danni a oggetti, ma la pulizia del treno è costata più del normale». E le spese aggiuntive ricadono «su chi ha affittato il convoglio speciale».
«L'Onda non è
rappresentabile», hanno sempre urlato i collettivi. La garanzia per l’affitto del treno l’ha quindi firmata la Cgil milanese, che al momento dovrà accollarsi anche i costi straordinari della pulizia del «charter» studentesco.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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