da Londra
Siamo alla fine di un ciclo, sta per iniziare un altro periodo disastroso per laviazione commerciale? Questa è il tema sul quale si discuterà nei prossimi giorni in terra britannica. Domani, infatti, apre i battenti il Salone aerospaziale di Farnborough, uno degli appuntamenti più importanti del settore.
Come ormai da qualche anno, le industrie aeronautiche si accingono ad annunciare una raffica di ordini miliardari per centinaia di velivoli a lungo e medio raggio, aerei regionali, business, elicotteri. Ma questo potrebbe essere il canto del cigno prima di una nuova stagione recessiva. Boeing ha appena rivisto al ribasso le stime di mercato a 20 anni: saranno venduti 29.400 nuovi aerei, per una valore di 3.200 miliardi di dollari. Rispetto alle stime dello scorso anno le flotte mondiali conteranno 600 aerei in meno. E queste previsioni, forse, sono ottimistiche. Impatto del greggio e crisi economica si fanno sentire e, ora, anche lAsia mostra qualche segno di contagio. Le compagnie più che ordinare aerei addizionali per soddisfare una crescita del traffico, che si sta già ridimensionando, cercano di limitare le perdite mettendo a terra i velivoli più vecchi e quindi riducendo la capacità, tagliando rotte e personale.
Chi ha risorse finanziarie vuole sostituire gli aerei che consumano di più con velivoli dai bassi costi operativi, ma, anche per effetto della restrizione del credito, molti non se lo possono permettere: come Alitalia, che continua a far volare i suoi Md-80. La crisi porta anche a una svalutazione del valore residuo degli aerei, mentre le società specializzate nel noleggio riducono i canoni e gli ordini.
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