«Da lontano ho salvato la mia amica»

Clizia si era preparata per andare a ballare quella sera con il suo ragazzo Luca. Era stato il fratello a consigliarla. Non si può andare in vacanza a Sharm el-Sheik senza far un salto alla discoteca di Naama Bay. Peccato che proprio quella notte la sua migliore amica Tania Cagnotto aveva fatto qualcosa che non aveva mai fatto: era entrata nella finale mondiale del trampolino da tre metri, a Montreal, dall’altra parte del mondo. Nessuno se lo aspettava. Tania Cagnotto, 20 anni, figlia di Giorgio, uno dei più grandi tuffatori del mondo negli anni Settanta, senza saperlo aveva un appuntamento quella notte, un appuntamento che non doveva mancare. «Ricordo due sms: uno prima della gara. Diceva: stasera niente discoteca. Restiamo in albergo a fare il tifo per te. Il secondo dopo: sei stata grande». La lunga notte di Tania finisce con una medaglia di bronzo. A migliaia di chilometri di distanza Clizia Sincich fa festa con addosso ancora il vestito per andare in discoteca. Appena scesa dal podio Tania e papà Giorgio scoprono una verità agghiacciante. C’è stato un attentato a Sharm el-Sheik, autobombe di Al Qaida hanno seminato 63 vittime, una di quelle vetture ha cancellato la discoteca di Naama Bay che aspettava Clizia e il suo ragazzo. «C’era trambusto, non capivo quello che era successo. Quando ho saputo mi sono venuti i brividi. La prima cosa che ho pensato è stata: grazie al cielo Clizia è rimasta con me...». Con un tuffo ha salvato l’amica: «Era la prima volta che un’italiana saliva sul podio mondiale dei tuffi. Ma il valore che ha ora è tutto particolare, un valore unico». Tania non è fatalista, ma certe coincidenze fanno paura: «Io e Clizia siamo nate lo stesso giorno, il 15 maggio del 1985. Siamo come gemelle». Ma non basta: «Nello stesso giorno e nello stesso posto mio papà Giorgio aveva conquistato l’argento olimpico nei tuffi: 22 luglio 1976. Forse era destino».

Un paio di mesi dopo Tania si ritrova faccia a faccia con la storia: «A Houston sono fuggita dall’uragano Katrina. In meno di mezz’ora ho fatto le valigie e lasciato il campus. Poi si è scatenato l’inferno. Appena in tempo». Quando si dice le coincidenze...

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