«La situazione si è invertita rispetto ai primi anni 90 - dice Carlo Mencacci, psichiatra e direttore del dipartimento di Psichiatria dellospedale Fatebenefratelli - quando lalcolismo era un fenomeno che non riguardava quasi le donne, coinvolgendo solo luno per cento della popolazione femminile europea».
Sono comunque molteplici, come spiega Mencacci, i fattori che influenzano la tendenza allalcolismo: di natura ambientale, genetica, di genere e caratteriale.
«Nella donna, per esempio - continua lo psichiatra - il consumo di alcol avviene più tardi rispetto al maschio, che comincia a 15 anni, ma presenta unevoluzione più rapida che fa parlare di sviluppo telescopico. Per quanto riguarda laspetto biologico, il sesso femminile è più intollerante. Il processo di metabolizzazione dellalcol, infatti, avviene più lentamente a causa di una diversa disponibilità dei due enzimi preposti allossidazione dellacetato, lalcoldeidrogenasi (Adh) e laldeidedeidrogenasi (Aldh)».
Correlata al processo chimico di metabolizzazione è la maggiore frequenza della dipendenza nel sesso femminile. «Lalcol - spiega Mencacci - interferisce maggiormente con il sistema neurotrasmettitoriale, in particolare con la dopamina e con la serotonina, neurotrasmettitori che inducono i fenomeni di dipendenze, rendendo automaticamente la donna più dipendente».
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