Cronaca locale

Lotta ai graffiti: in gioco il concetto di libertà

Riaffermo la necessità di avviare forme di contrasto più decise nei confronti di un fenomeno come il graffitismo.
In realtà è una questione ben più importante del fenomeno in sé e coinvolge l’idea che si ha di libertà. Se io ho dipinto di rosa la mia casa e un tale decide che lì vuole sfogare il suo estro e di notte me la vernicia di nero e di viola è una prepotenza che io subisco, è una violenza alla mia libertà. Se l’ordinamento non interviene legittima una prepotenza. Questo sta a monte dell’idea di proprietà, perchè è evidente che se uno crede che la proprietà sia un valore ogni attacco alla proprietà è punito a prescindere. Prescinde pure dall’idea di legalità che viene di conseguenza, laddove uno stato abbia deciso che è un illecito il danneggiamento di un bene altrui. Qui si gioca, con l’idea di libertà, la funzione di uno stato.
È poi in discussione l’idea di armonia e di decoro di una città: non a caso i regolamenti urbanistici prevedono certi colori e certi stili, arrivando a punire gli abusi urbanistici con una severità non inferiore a quella prevista nel disegno di legge.
Cedere su questo punto significa cedere su una idea di civiltà ed è proprio questo che alcuni teppisti in realtà vogliono.
La mia proposta prevede una scala di sanzioni credo efficace posto che si va dalla semplice pena pecuniaria alla reclusione fino ad un massimo di due anni e mezzo. Il giudice potrà dunque graduare la pena in modo equilibrato a seconda della gravità dell’imbrattamento e della perseveranza nell’illecito.
Tutto ciò non è incompatibile né con l’obbligo di ripulire, né con la previsione di spazi che ogni comune può decidere (e sarebbe certamente auspicabile) di mettere a disposizione dei veri artisti per esprimere la propria arte.


Credere però che quegli sgorbi che deturpano la gran parte dei muri delle nostre città siano espressioni artistiche e non manifestino piuttosto una volontà di ledere i diritti altrui e un insulto a una certa idea di società significa essere quanto meno degli ingenui.
*Senatore di An

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