Cronaca locale

Lotta ai tumori «in tour» a Milano e provincia

Dal 14 al 21 marzo, in città e nell'hinterland, torna la Settimana Nazionale per la Prevenzione Oncologica, promossa dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. L'Unità mobile accoglierà i cittadini che vorranno sottoporsi a controlli gratuiti al seno e alla cute.

Dal 14 al 21 marzo, in città e nell'hinterland, torna la Settimana Nazionale per la Prevenzione Oncologica, promossa dalla Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT) e patrocinata dal Comune di Milano. Un'occasione per ricordare a tutti che la prevenzione e la diagnosi precoce sono fondamentali per combattere il cancro. L'iniziativa, che raccoglie anno dopo anno un gradimento sempre maggiore, mira a promuovere l'adozione di un corretto stile di vita, seguendo semplici regole come non fumare, mangiare sano e fare attività fisica, oltre a sottoporsi a controlli preventivi periodici.
Da oggi fino al 22 marzo è in programma il Tour della prevenzione: l'Unità mobile, con 2 sale per le visite, accoglierà i cittadini che vorranno sottoporsi a controlli gratuiti al seno e alla cute, effettuati da personale altamente specializzato. Il Tour della prevenzione farà la prima tappa a Milano per poi proseguire in 8 comuni dell'hinterland.
Al tour si aggiunge quest'anno il progetto pilota Donna Dovunque, rivolto a tutte le donne immigrate che per varie ragioni, culturali, sociali e legali, si avvicinano con difficoltà alla diagnosi precoce oncologica. L'iniziativa prevede la presenza di un medico che parla la stessa lingua della paziente e sarà pertanto in grado di relazionarsi con lei con l'attenzione e la sensibilità adeguate. Tutti i giovedì, dalle 9 alle 12 e dalle 14 alle 17, presso lo Spazio Prevenzione della LILT di viale Molise 5 (tel. 02 5462937), si alterneranno medici appartenenti alle diverse comunità straniere per effettuare visite senologiche, ginecologiche e Pap-test alle donne immigrate.
«Quando si parla di prevenzione e di immigrazione ci vuole realismo - ha detto l'assessore alla Salute Giampaolo Landi di Chiavenna -. Le iniziative presentate oggi sono condivisibili e richiamano il progetto Immigrazione Sana promosso dal mio Assessorato circa due anni fa. Un'iniziativa, che grazie all'appoggio di associazioni di volontariato, ha avuto grande successo e si è dimostrato di grande utilità nell'individuare le fragilità e i bisogni degli immigrati, anche senza regolare permesso di soggiorno. Un'esperienza che ci ha permesso di sollevare un problema ben presente a Milano e del quale tutti dobbiamo essere coscienti, un processo ineludibile che va gestito correttamente e propositivamente. La prevenzione - ha concluso Landi - è patrimonio di tutti coloro che vivono nella nostra città: italiani e stranieri».
«Con questa iniziativa - afferma Franca Fossati-Bellani, presidente della Sezione Provinciale di Milano della LILT - vogliamo ribadire ancora una volta quanto sia fondamentale per tutti intraprendere un percorso di salute, sulla prevenzione e la diagnosi precoce che sono ancora oggi le armi più efficaci contro i tumori. E per farlo cerchiamo di sensibilizzare la popolazione attraverso progetti, eventi e appuntamenti quali la Settimana Nazionale per la Prevenzione Oncologica e il progetto Donna Dovunque ma anche con un tour della prevenzione. Giocare d'anticipo permette di conoscere e applicare misure in grado di ridurre il rischio di malattia, che ogni anno vede nel nostro paese oltre 168 mila decessi. Attualmente una diagnosi di cancro su dieci a Milano riguarda soggetti stranieri».
«Le donne immigrate sono spesso afflitte da una condizione di fragilità dovuta tanto alla condizione di genere quanto a quella di migrante - ha dichiarato Lia Lombardi, docente di Sociologia della Salute e della Medicina all'Università degli Studi di Milano -. Sia a livello nazionale sia regionale si registra un lieve ma costante aumento delle patologie tumorali tra le straniere residenti. Ciononostante si rileva un loro minore coinvolgimento nei programmi di screening.

Le ragioni - continuato Lombardi - risiedono in diversi fattori: la difficoltà di accedere al servizio per mancata informazione, non conoscenza, non comprensione dell'utilità del servizio stesso, le condizioni sociali volte alla sopravvivenza e alla risoluzione di problemi contingenti, la posizione giuridica (regolare/irregolare), il livello d'istruzione, lo status lavorativo e il reddito, la situazione familiare e la rete relazionale e soprattutto il tempo d'immigrazione».

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