Da Lotta continua alla comunità «Saman» l’ascesa del guru coinvolto nel delitto Rostagno

Francesco Cardella Palumbo, 67 anni, figlio di un direttore delle Poste e di una madre pianista, fin da giovane coltivò la passione dell’editoria. Giornalista e poi editore, di note simpatie socialiste, rappresentante in Europa della setta degli «arancioni», conobbe il sociologo Mauro Rostagno, fondatore del movimento politico “Lotta continua” e poi direttore della comunità “Saman” di Lenzi, nei pressi di Trapani, per il recupero dei tossicodipendenti.
A complicare la sua già intricata vita personale fu l’omicidio dell’amico Rostagno. Il sociologo venne ucciso nel 1988 in circostanze misteriose (un agguato, a poche centinaia di metri dalla Saman, all’interno della sua auto). Rostagno aveva 46 anni, il suo delitto è tuttora impunito. Ma Cardella fu coinvolto nelle indagini, accusato di aver fatto uccidere il suo migliore amico. I magistrati di Trapani giunsero alla conclusione che a volere la morte di Rostagno era stato lui, quell’uomo che era una sorta di «guru», dalle amicizie eccellenti, come quella con Bettino Craxi. A questo punto Cardella lasciò l’Italia per approdare in Nicaragua.
In un’intervista al giornalista Claudio Sabelli Fioretti, rilasciata nel 2003, disse: «Perché dovevo fare della galera ingiusta?».

Raccontò di aver vissuto su un albero e di aver tentato un paio di avventure (un lavoro per un’agenzia di pubblicità e l’orgoglio di «aver portato in Nicaragua degli aliscafi russi»). Accusato di truffa e peculato, ha ottenuto dalla Corte d’appello di Palermo una riduzione della pena, che non sconterà perché beneficerà dell’indulto.

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