Lotta contro il cancro: due ospedali vogliono la cura-Buzzi

Eleonora Barbieri

Silvio Buzzi e la sua scoperta sono rimasti quasi nascosti per 36 anni. Nell’ombra. Eppure quella scoperta potrebbe essere fondamentale per la ricerca contro il cancro: è il Crm 197, un derivato della tossina difterica che, in alcuni casi da lui sperimentati e documentati, ha aiutato i malati a fermare il tumore o a farlo addirittura scomparire. La storia del dottor Buzzi è stata raccontata da Stefano Lorenzetto sulle pagine del Giornale all'inizio del mese di febbraio e ha attirato l’attenzione di molti lettori, di qualche politico (al ministro Storace sono già state rivolte due interrogazioni perché permetta di testare le ricerche di Buzzi) e anche degli stessi medici. Umberto Tirelli, primario di Oncologia Medica presso il Centro di Riferimento Oncologico di Aviano (in provincia di Pordenone), uno dei sette Irccs oncologici nazionali e punto di riferimento per l'area del Nord-Est, ha manifestato un interesse che, presto, potrebbe trasformarsi in una sperimentazione. «Il lavoro di Buzzi - spiega l'oncologo - è serio e merita uno studio più approfondito: è uno stimolo particolarmente interessante, perché noi siamo sempre alla ricerca di nuove, potenziali armi per combattere il tumore».
Nessuna soluzione miracolosa: lo stesso Buzzi dice che il suo può essere «un contributo e non certo la cura definitiva contro il cancro». Per Tirelli è una «strada che vale la pena percorrere. In passato - racconta il professore - sono stato scettico verso alcune terapie "alternative", perché non erano dimostrate. Ci vogliono i dati, e i risultati devono rispettare alcuni criteri comuni. Il mio motto è: non importa se una terapia è convenzionale oppure no, l'importante è che funzioni».
Si può insomma partire anche da un'osservazione quasi fortuita, poi lo studio deve proseguire seguendo i canoni fissati dalle autorità regolatrici. «In questo caso uno studio approfondito - continua Tirelli - dovrebbe considerare un numero maggiore di pazienti, individuando le patologie adatte all'eventuale cura, i dosaggi precisi e le modalità di somministrazione. Il tutto dopo l'approvazione da parte dei comitati etici». Gli ostacoli burocratici e amministrativi esistono, ma «vanno superati, perché provare e sperimentare è necessario, siamo sempre "avidi" di nuove potenziali medicine. Abbiamo a disposizione circa 70 farmaci per curare i tumori: sa quanti se ne possono usare per il cancro ai polmoni? Soltanto tre o quattro. È chiaro che ne vorremmo di nuovi». Il Crm 197, per ora, è soltanto «un potenziale tassello del mosaico; ma costa poco, non è di difficile produzione e non è tossico. Perciò credo meriti uno studio clinico».
Il problema è ottenere la sostanza, una proteina che, in Italia, è utilizzata in alcuni tipi di vaccino, come quello contro il meningococco C: «Non l'abbiamo mai testata come potenziale agente anti-cancro - precisa Luciano Nencioni, responsabile affari regionali della Chiron di Siena, una delle aziende che produce il Crm 197 -: per noi è un "intermediario" che rende utilizzabile il vaccino al di sotto dei due anni d'età». È proprio alla Chiron che Buzzi si è rivolto nel 1992 per ottenere alcune quantità di questa proteina: ci è riuscito dopo cinque anni, come racconta nella sua autobiografia, Il talco sotto la lampada, da poco pubblicata da Edizioni Ares. La stessa richiesta è stata avanzata recentemente dall'ospedale di Empoli e l'azienda ha accettato di fornirne gratuitamente un quantitativo, una volta ottenuta l'autorizzazione dal ministero della Salute. «Il nostro centro, anche se piccolo, è da sempre attento a nuovi possibili farmaci e terapie - racconta Gianmaria Fiorentini, responsabile del reparto di Oncologia medica - e così ci siamo interessati al Crm 197; anche se i protocolli sono lunghi e, al momento, non abbiamo ancora il materiale a disposizione».
Nel frattempo, Buzzi riceve telefonate e richieste continue: «Sono ben contento che qualcuno avvii una sperimentazione.

Molti mi chiedono di essere curati, e devo deluderli: perché la sostanza al momento è introvabile. Non bisogna seminare illusioni o alimentare speranze eccessive, ma sono convinto che, in buone mani e con i giusti mezzi a disposizione, il Crm 197 potrà essere d'aiuto. Ma ci vorrà qualche anno».

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