Lotta al crimine, l’annuncio del ministro: «Nel 2009 chiuderemo i campi rom abusivi»

I reati sono in calo ma per il prossimo anno è necessario lavorare ancora sulla sicurezza, per far sentire i cittadini più tranquilli. L’obiettivo è indicato dal vicesindaco e assessore alla Sicurezza, Riccardo De Corato, che sottolinea anche i risultati raggiunti nella lotta alla clandestinità e ai campi nomadi abusivi. Tema su cui interviene il ministro dell’Interno, Roberto Maroni, promettendo ulteriori interventi: «Abbiamo fatto il censimento ed entro giugno procederemo alla chiusura dei campi abusivi».
Il vicesindaco De Corato ricorda quel che è stato già fatto: «Con la nomina del prefetto Lombardi a commissario straordinario, è proseguita l’opera di moral suasion nelle baraccopoli con più di 30 sgomberi. Un’azione che ha ridotto da diecimila a una stima di 3.500 le presenze dei rom». Inevitabile però constatare che i milanesi non si sentono tranquilli: «Nessuno vuol negare che rimane una sensazione di allarme sociale per il numero di reati predatori, rapine, furti in appartamento, scippi, che è ancora alto. Ma la sicurezza percepita spesso non va di pari passo con quella reale. E anche su questo aspetto per il 2009 c’è ancora da lavorare».
Sul tema interviene Confartigianato e il segretario generale, Guido Cesati, offre soluzioni: «Siamo pronti a collaborare concretamente per migliorare ulteriormente la situazione, con un contributo di carattere sociale da realizzarsi attraverso il recupero e la valorizzazione dei negozi di quartiere e una maggiore presenza di micro imprese artigiane nelle zone in cui la gente vive e lavora quotidianamente».
Il professor Silvio Garattini insiste invece su un altro problema connesso alla sicurezza, ovvero il consumo di stupefacenti, particolarmente alto a Milano.

Secondo il direttore dell’Istituto di scienze farmacologiche Mario Negri, l’uso di cocaina da parte di operatori del mondo della finanza può aver addirittura avuto un ruolo nel dispiegarsi della crisi che ha colpito i mercati: «È certamente possibile che in qualche caso siano state sottovalutate le difficoltà, perché la cocaina dà una sensazione della realtà distorta, quindi può darsi che se un operatore l’ha assunta in vicinanza di operazioni che doveva fare, ne sia stato influenzato».

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