Lottomatica, il gioco per difendersi dalla crisi finanziaria

In tempi di bufera finanziaria giochi e scommesse non sembrano rallentare. E non c’è solo il Superenalotto con le sue vincite multimilionarie ad attirare gli scommettitori. Tutto il settore dei giochi, delle scommesse sportive, del lotto tradizionale e del gratta e vinci, che vale tre volte il giro d’affari del Superenalotto, risente ben poco della crisi. Lottomatica è leader in Italia del settore e, insieme alla controllata americana Gtech, è tra i primi player mondiali. Proprio per la sua capacità di reggere gli urti della crisi, il gruppo presieduto e guidato da Lorenzo Pellicioli se l’è cavata meglio della media in Borsa. Ieri lo strappo al rialzo del 9,15% contro il più 2,9% messo a segno dall’S&P Mib, il paniere che raccoglie i big di Piazza Affari. Non solo, dal 10 ottobre Lottomatica ha guadagnato il 14% (più 4,4% il listino) ed è riuscita a contenere i danni anche in un anno terribile per le azioni come l’attuale: da gennaio la società dei giochi ha ceduto il 27,6% (meno 45% l’S&P Mib). Forse anche per questo Mediobanca, già secondo azionista di Lottomatica con il 5%, ha di recente aumentato la sua scommessa, sottoscrivendo con la controllante De Agostini un contratto di equity swap su un ulteriore 6,4% del capitale. Piazzetta Cuccia potrebbe quindi più che raddoppiare la propria quota nel gruppo. «Il derivato scade il 30 marzo 2009 - spiegano al quartier generale di De Agostini -, alla scadenza le azioni potrebbero rimanere a Mediobanca o essere ricomprate da noi».
«Non c’è dubbio che esista una correlazione tra crisi economica e propensione a puntare su giochi e lotterie», dice Domenico De Masi, titolare della cattedra di Sociologia del lavoro alla Sapienza di Roma. «Gli italiani hanno una notevole propensione alle scommesse - spiega De Masi -, si pensa che correndo qualche rischio si sarà aiutati dalla provvidenza. Inoltre, la scommessa permette di evadere dal quotidiano, fa sognare. Ed è una cosa positiva, perché denota vitalità, voglia di pensare al futuro». Voglia di evadere a parte, a favore delle quotazioni della società controllata al 58,8% dal gruppo De Agostini (che nell’ultimo anno e mezzo ha rastrellato in Borsa oltre il 5% di azioni della controllata, dimostrando di ritenerla sottovalutata) giocano anche i dati economici e alcuni recenti buoni giudizi delle banche d’affari. Il primo semestre dell’anno si è chiuso con un fatturato consolidato di 928 milioni, in crescita dell’11% sullo stesso periodo del 2007 e con 78 milioni di utile netto, in aumento del 59 per cento. A livello internazionale negli ultimi tempi gli affari sono andati a gonfie vele. Anche perché, come ha spiegato al Giornale Donald Sweitzer, vicepresidente della controllata Usa Gtech, «in tempi di finanze pubbliche sotto pressione, per i governi l’opzione di finanziarsi dando in concessione giochi e scommesse, piuttosto che aumentare le tasse o diminuire la spesa, è molto ben accolta».
Negli ultimi due mesi Gtech ha siglato in Marocco un’estensione contrattuale di 16 mesi per la fornitura di servizi e tecnologia online alla società di gestione della Lotteria Nazionale e alla Marocaine des Jeux et des Sports, ha siglato in Bielorussia un contratto con Sport Pari, società detentrice della licenza per i giochi online, per la fornitura del primo sistema per lotterie online del Paese, ha firmato un contratto in esclusiva di 20 anni con la dominicana Loto Real Del Cibao per la fornitura di un sistema di lotterie online, terminali di gioco e servizi commerciali, ha esteso fino al 2010 il contratto per le lotterie online con l’Illinois ed è stata scelta dalla lotteria dell’Oregon come fornitore esclusivo per la stampa dei tagliandi della lotteria istantanea (gratta e vinci).

Il gruppo, inoltre, è in gara per la privatizzazione dei giochi nel ricco mercato turco. E così i prezzi obiettivo sul titolo, che attualmente viaggia poco sopra i 18 euro, sono stati portati a 22,3 euro da Goldman Sachs e a 26 euro da Jp Morgan.

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