«Giulia era a meno di un metro da mia figlia Irina nel tunnel maledetto. Le diceva di tirarsi su, perchè si era piegata a causa della pressione della calca. La sua amica ripeteva: non riesco a respirare, non ce la faccio. Poi Irina è stata risucchiata via dalla massa e ha perso i sensi. L'hanno soccorsa e della morte di Giulia ha saputo in ospedale». Giorgio Di Vincenzo racconta così, a Il Giornale, la tragedia di Duisburg vissuta in prima persona dalla figlia e dall'amica Giulia Minola, che non c'è l'ha fatta. E lancia precise accuse: «Non si tratta di fatalità, ma di incompetenza degli organizzatori. Hanno chiuso una via di accesso alla folla provocando la calca. Qualcuno dovrà pagare».
Irina ha solo qualche livido ed è stata già dimessa dall'ospedale. I genitori sono corsi in Germania per riportarla a Grugliasco, in provincia di Torino. «Potete immaginare come sta psicologicamente - spiega al telefono il padre da Duisburg - Ha dovuto andare in albergo e separare le cose di Giulia dalle sue per consegnarle alla polizia».
Giulia ed Irina si sono conosciute al Politecnico di Milano dove frequentavano il corso per design della moda. Oltre allo studio le univa la passione per la musica. Finiti gli esami volevano prendersi una vacanza di una settimana: «Dopo la Germania avrebbero dovuto proseguire per Amsterdam» racconta Giorgio Di Vincenzo, ristoratore nel capoluogo piemontese.
Giulia aveva 21 anni, come la sua compagna di viaggio. A Brescia viveva con la famiglia in una palazzina di un quartiere residenziale. Su Facebook ha un profilo con 334 amici virtuali. La sua foto sul profilo è stata cambiata. Prima la ritraeva mentre ballava sotto i riflessi delle luci bluastre di una discoteca. Dopo la notizia della sua scomparsa è comparsa una foto di Giulia sorridente e spensierata, con lunghi capelli castani. I familiari hanno diffuso una nota alla stampa in cui chiedono «il silenzio del rispetto e del lutto». Un'amica intercettata dai cronisti mentre usciva da casa dei genitori l'ha descritta come «ragazza bellissima, tosta e molto seria».
Sicuramente amava la musica ed i concerti. Alcune foto la ritraggono al concertone del Primo Maggio 2008 a piazza San Giovanni a Roma. Dal suo profilo su Facebook è chiaro che spaziava dai Daft Punk a Mia Martini passando per Alberto Camerini ed i Chemical Brother. Giulia apprezzava anche il cinema e l'ultimo film che deve essere andata a vedere è «Alice nel paese delle meraviglie» di Tim Burton, ma fra i suoi preferiti non manca una pellicola cult come «Arancia meccanica».
Grande frequentatrice di internet era iscritta ad oltre cento gruppi in rete. La giovane morta al Love parade spaziava dalla moda, con l'iscrizione a «Roba da Fashion Designer» e «Vivienne Westwood e H&M», ai siti di scrittori come come Bret Easton, Ellis o Bukowski. Non solo: faceva parte anche del gruppo «L'italiano non è una malattia», che si batte contro «l'ignoranza».
Lei stessa si definiva in rete «spirito libero» e «umore pazzo». Pure su Myspace aveva un profilo con il nomignolo «Purple Haze» (stordimento viola), probabilmente ispirato al titolo di una nota canzone di Jimi Hendrix. Il suo profilo si apre con una significativa citazione: «Troppo strana per vivere, troppo rara per morire». I familiari, avvisati sabato notte dai carabinieri, sono partiti per Duisburg.
Dalla Germania sta tornando, sotto shock, la sua amica Irina. «Centinaia di persone si sono accalcate perchè qualcuno ha chiuso una via di accesso - racconta il padre Giorgio - Mia figlia e la sua amica sono state incanalate nei tunnel che erano tre in sequenza. Fra il secondo ed il terzo un'altra massa di gente è arrivata nel senso opposto e si è creata la calca». Le due amiche erano a pochi centimetri l'una dall'altra: «Avevano un flusso umano che premeva dietro le spalle ed un altro davanti» spiega il genitore. Irina vede Giulia piegarsi, l’amica le dice di non riuscire a respirare, lei l’incoraggia a tirarsi su, a non mollare, ma viene risucchiata dalla massa. «Mia figlia ha mollato tutto, scarpe, borsa, perchè capiva cosa stava accadendo» racconta il padre. Irina viene portata via dal flusso, verso una via di fuga e sviene: «Si è trovata fuori dalla calca per caso, inconsapevolmente».
La sua amica invece è rimasta incastrata per sempre nel maledetto tunnel: «Irina mi ha chiamato dall'ospedale grazie ad un'infermiera - è ancora il padre a parlare - Fra le lacrime mi ha detto di Giulia».www.faustobiloslavo.eu
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