Low cost Su Ryanair pesa il vulcano d’Islanda: utili -24%

Le decimazioni di voli causate nei mesi scorsi dalla nube di ceneri sprigionatesi dal vulcano islandese si sono fatte sentire anche sui risultati di Ryanair, che ha accusato una flessione del 24% degli utili netti su aprile-giugno, il primo trimestre nel suo anno fiscale. Le cancellazioni di voli (ricordiamo la sanzione di 3 milioni di euro comminata dall’Enac a Ryanair per mancata assistenza ai passeggeri durante la chiusura dello spazio aereo) hanno comportato mancati introiti per complessivi 50 milioni di euro, ha riferito il vettore low cost, e a questo si sono aggiunti rincari sui carburanti. Il risultato netto di bilancio si è così attestato a 93,7 milioni. Il fatturato derivante dalle vendite di biglietti è cresciuto del 14%, a quota 692,9 milioni, mentre quello legato ad altri canali (tariffe extra su bagagli, uso di carte di credito a bordo, prenotazioni di hotel o di autovetture a nolo) è salito del 23%, attestandosi a quota 165,3 milioni. Intanto, però, proprio ieri la compagnia aerea ha confermato le sue previsioni di crescita sugli utili dell’intero anno: le stime parlano di un più 10-15% a quota 350-375 milioni di euro. «Continuiamo a vedere enormi opportunutà di crescita delle nostre attività in Europa, mentre molti aeroporti sono in lotta per attirare Ryanair», ha commentato l’amministratore delegato, Michael O’Leary.

Secondo il manager questa competizione tra aeroporti si è tradotta in un calo dell’8% dei costi che comportano al vettore. Dopo un balzo iniziale di oltre il 4% sulla Borsa di Dublino, a metà della mattinata di ieri le azioni Ryanair hanno ridotto i progressi allo 0,5%, a quota 3,80 euro.

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