Luís Magaña Servin

Messicano, nacque ad Arandas, nello stato di Jalisco, nel 1902. Membro dell’Associazione cattolica della gioventù messicana, faceva parte anche della confraternita per l’adorazione notturna al SS. Sacramento. A ventiquattro anni si sposò con Elvira Camarena Méndez e ne ebbe un figlio e una figlia (quest’ultima però nacque dopo la morte del padre). Nel febbraio del 1928 la rivolta dei cattolici «cristeros» contro il governo federale socialista-massonico e spietatamente anticristiano era al suo culmine. Le truppe federali occuparono Arandas e, provvisti di una lista di cattolici «sospetti», cominciarono a rastrellare il paese. Ma Luís Magaña Servin, il cui nome era nella lista, riuscì a nascondersi. Così, quando i soldati irruppero in casa sua non lo trovarono. Presero perciò il suo fratello minore e lo portarono via. Appena il fuggiasco lo seppe, andò a costituirsi. Si presentò al quartier generale di Guadalajara e declinò le sue generalità. Confermò che era lui quello che cercavano. Ma disse anche di non essere un ribelle «cristero» e di non avere mai preso le armi contro il governo. Tuttavia, se lo si accusava di essere cattolico, ebbene, sì, si confessava tale. Lo presero e lo trascinarono davanti alla chiesa parrocchiale. Qui lo fucilarono alle tre del pomeriggio del 9 febbraio. Morì gridando «Viva Cristo Re e Santa Maria di Guadalupe!».

Prima di morire promise ai soldati del plotone di esecuzione che sarebbero stati i primi per i quali avrebbe interceduto alla presenza di Dio. Come abbiamo detto, aveva ventisei anni, lasciava un figlioletto e la moglie incinta.

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