Paola Fucilieri
È stato determinante il lavoro dei carabinieri del Ros di Milano (gli investigatori del reparto operativo speciale, ndr) per chiudere il cerchio dellinchiesta condotta dai colleghi di Reggio Calabria che ieri - insieme alle forze di polizia di Spagna, Olanda, Francia, Belgio e Serbia-Montenegro - hanno arrestato 40 persone, tutti componenti di unorganizzazione di Africo, nota località del Reggino già in passato tra i principali punti dappoggio della ndrangheta.
La cosca in questione, tra le varie attività illegali, gestisce alcuni locali notturni all'interno dei quali viene spacciata la cocaina e dove vengono avviate alla prostituzione giovani donne provenienti dai Paesi dell'Est europeo. I suoi appartenenti sono accusati perlopiù di associazione finalizzata al narcotraffico internazionale. Erano loro che gestivano e controllavano un vastissimo flusso di cocaina dal Sudamerica all'Italia: una volta qui, i gruppi mafiosi calabresi smerciavano infatti il narcotico in collegamento con i trafficanti stranieri.
I carabinieri del Ros di Milano in particolare si sono occupati proprio del filone, se vogliamo, secondario dellindagine: lo sfruttamento della prostituzione. Che, secondo i risultati dellinchiesta, avviene infatti tra noti locali e night club della Capitale, ma anche sotto la Madonnina. Il riferimento al Duomo non è casuale: i due night e il locale implicati in questa torbida vicenda si trovano proprio a due passi dalla cattedrale simbolo del capoluogo lombardo nel mondo, precisamente nelle viuzze intorno a piazza Diaz. Questi locali, passati più volte nel corso degli anni di mano in mano, secondo gli investigatori, sarebbero finiti nel giro degli affiliati della cosca di Africo, che a Milano può contare da anni su numerosi affiliati. Capo indiscusso dei malavitosi calabresi di questa località, infatti, è stato per anni lex-latitante Giuseppe Morabito, detto «Tiradritto», arrestato dal Ros lanno scorso dopo una lunghissima latitanza. Ed è noto che proprio a Milano Morabito ha sempre trovato una folta cerchia di amici pronti a coprirlo.
Pratica nota della ndrangheta calabrese, si sa, è quella di reinvestire e riciclare denaro proveniente da affari sporchi in attività commerciali nelle prospere città del nord Italia (il capoluogo lombardo in primis) dalle quali poter controllare anche affari di altro genere e, contemporaneamente, intessere nuove trame mafiose.
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