Escono dalla centrale alle 22 e rientrano alle 7. Puntuali, ogni notte dal lunedì al sabato. Tre pattuglie della polizia municipale - due in borghese - setacciano le strade della prostituzione. Controllano, identificano, fermano e multano i clienti per intralcio della circolazione. Perché sembra questo, al momento, l’unico modo per arginare il fenomeno. Lo strumento funziona, come dimostrano le 403 contravvenzioni comminate a febbraio. Quasi il doppio delle 218 di gennaio. In totale, negli ultimi trenta giorni gli agenti della polizia municipale hanno controllato 1.130 persone e 1.075 vetture. «La polizia municipale continua a garantire questo servizio, che ha finalità deterrenti, con impegno ed efficacia crescenti». Commenta così, il vicesindaco con delega alla Sicurezza Riccardo De Corato, i dati sulle multe ai clienti delle prostitute. «Nel 2007 - continua - sono state date 2.926 contravvenzioni, il 45 per cento in più del 2006». L’aumento delle multe non è casuale. «I controlli sono sempre gli stessi - spiega De Corato -. Ciò che cresce di continuo è il numero delle prostitute in strada. Nonostante i nostri sforzi, non riusciamo a eliminare il fenomeno. Anche perché le lucciole sanno bene di non essere perseguibili, visto che il nostro ordinamento non prevede il reato di prostituzione». Di qui la richiesta, rivolta al fututo governo, di rivedere la legge Merlin per vietare l’esercizio della prostituzione in pubblico. Iniziativa applaudita anche da Giovanni Paolo Ramonda, responsabile dell’associazione Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi.
L’appello era stato già rivolto al viceministro degli Interni Marco Minniti dal sindaco Letizia Moratti con una lettera datata 26 aprile 2007. «Abbiamo chiesto di introdurre il divieto di prostituirsi in pubblico e di prevedere sanzioni, anche penali, per chi esercita in totale libertà. Infine, in caso di violazioni commesse da stranieri, di rendere possibile la revoca del permesso di soggiorno, l’espulsione o la revoca della cittadinanza - prosegue De Corato -. Per il momento, non abbiamo ricevuto alcuna risposta».
In Parlamento, invece, lo stesso vicesindaco - in qualità di deputato - ha proposto l’esercizio della prostituzione in forma cooperativa, sotto il controllo di questura e Asl, ma lontano dalle strade. Nulla a che vedere con l’idea dell’assessore comunale alla Cultura Vittorio Sgarbi che, sull’esempio di Amsterdam, immagina di costruire un vero e proprio quartiere a luci rosse.
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