Luce e acqua gratis nel campo rom abusivo

Todini: «Le utenze gratis non servono certo a facilitare l’integrazione»

Nuovo polverone polemico sull’emergenza nomadi dopo le parole del prefetto Carlo Mosca a margine del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza di ieri. Parlando del censimento quasi concluso, il prefetto ha auspicato che il governo stanzi risorse per garantire ai nomadi «migliori condizioni di vita» e «moduli abitativi più dignitosi». A chi gli chiedeva del possibile sgombero dei campi abusivi, a cominciare dal Casilino 900, Mosca ha risposto: «Nell’immediato dobbiamo garantire migliori condizioni di abitabilità portando luce e acqua ed eliminando i rifiuti accumulati negli insediamenti». In cambio, i nomadi si sarebbero impegnati a non bruciare più gli pneumatici.
Immediate le reazioni. «I campi nomadi abusivi rientrano in quelle fattispecie di illegalità ereditate dalle precedenti giunte capitoline, cui oggi si deve porre rimedio con una progettualità di rottura rispetto al passato. Acqua e luce di per se non risolvono alcunchè», sostiene il consigliere comunale del Pdl e membro della commissione sicurezza Ludovico Todini. «La garanzia di utenze gratuite - prosegue Todini - non rappresenta la via verso l’integrazione ma rischia di innescare l’effetto contrario da parte di chi le utenze le paga. Basta dare l’immagine di una città dei balocchi e un grande parco giochi». Per Todini «occorre avviare un ragionamento complessivo su modelli praticabili, come quello austriaco e tedesco, in grado di garantire le diverse esigenze sia dei rom che dei cittadini».
Gli ha fatto eco Luigi Camilloni, presidente dell’Osservatorio sociale: «Sorprende che nonostante sia un campo abusivo che dovrebbe essere sgombrato già da diverso tempo, ora si voglia portare addirittura luce e acqua a spese dei cittadini per garantire condizioni di abitabilità migliori, una sorta di condono edilizio fai da te.

Fa sorridere che si continua a perpetrare nell’errore di cercare a tutti i costi metodi accondiscendenti per far rispettare la legalità tramite patti, promesse e giuramenti vari, come se la legge per alcuni cittadini sia un optional».

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