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Le luci del campo sono da serie B: retrocessa[NOTE][/NOTE] la Milano del baseball

Milano, provincia di Novara. Almeno nel baseball, dove una delle squadre che hanno fatto la storia di questo sport in Italia, non trova più pace - e soprattutto casa - da anni e per tirare avanti deve adeguarsi a fare da squadra serbatoio ai piemontesi. Il baseball è uno sport che le sta studiando tutte per restare a galla: da un anno la federazione ha varato il nuovo campionato a franchigie, in cui non c'è più retrocessione, ma si può partecipare alla massima serie solo se si hanno determinati requisiti. Tra questi, il fatto di avere una squadra gemellata in seconda divisione (da cui possono salire e scendere i giocatori anche durante la stagione, prototipo assoluto nel panorama dello sport italiano) e soprattutto uno stadio all'altezza degli standard della federazione internazionale.
Davanti a queste due «regolette» Milano si è dovuta fermare. Trovare una squadra con cui gemellarsi non era un grosso problema, tanto è vero che è nata subito la joint venture con Novara e Senago che hanno dato vita alla franchigia United, ma lo stadio purtroppo ha fatto saltare tutto. Fa niente se in bacheca ci sono 8 scudetti, 3 coppe dei Campioni, 2 coppe delle Coppe; fa niente se ci sono 65 anni di storia alle spalle; fa niente se siamo di fronte alla più antica società di questo sport in Italia. Il dramma è che il vecchio Kennedy, tra Baggio e San Siro, è impresentabile ad alto livello e soprattutto non ha un impianto di illuminazione a norma. Quello esistente è stato acceso per la prima volta nel 1971 e da allora - tranne cambiare le lampade bruciate - nessuno l'ha più revisionato. Risultato: impianto inutilizzabile e addio sogni di prima serie, in cui - giocando prevalentemente d'estate - è d'obbligo la notturna.


Così Novara è diventata la squadra capofila del gruppo United: avendo a disposizione un piccolo gioiellino, lo stadio Provini, messo a punto per i recenti mondiali del 2009 (che invece sono giustamente girati alla larga dal Kennedy milanese), sarà lei a partecipare alla prima divisione, mentre il Milano United si accontenterà di fare da sorellina minore, mandando i propri migliori giocatori a vestire la casacca piemontese e rassegnandosi a fare la squadra serbatoio in seconda divisione.
Triste destino per la formazione che per anni ha rappresentato il meglio del baseball italiano anche in Europa e che adesso deve fare la "riserva" di altre sqaudre.

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