Luci e ombre dell’economia ligure nell’analisi semestrale di Bankitalia

La crisi economica si è avvertita, ovviamente, anche in Liguria, ma in misura minore rispetto al resto del Paese. E soprattutto non sono mancati i dati positivi, le esportazioni ad esempio, che, nel primo semestre dell’anno, sono cresciute del 10,4 per cento. È quanto emerge dall’analisi fornita ieri dalla Banca d’Italia, secondo cui l’effetto della congiuntura negativa è stato più contenuto, «grazie alla stabilità della produzione di alcune grandi imprese che operano su commessa e fanno uso di tecnologie avanzate, sostenendo l’export». A sottolineare le caratteristiche del sistema-Liguria e l’andamento dell’economia nell’ultimo periodo è stata innanzitutto Letizia Radoni, chiamata a dirigere la sede genovese dell’istituto che, nell’ambito della ristrutturazione in atto, diventa sede regionale. La dottoressa Radoni - che ha assunto la carica già ricoperta, con la dovuta discrezione istituzionale, ma anche con trasparenza e apertura verso l’esterno, dal dottor Giuseppe Tantazzi, oggi in pensione -, ha spiegato fra l’altro come «la crisi abbia colpito pesantemente dal punto di vista occupazionale, con un ricorso massiccio alla cassa integrazione e con una sensibile diminuzione degli occupati». Adesso «la recessione si è arrestata - ha aggiunto dal canto suo Enrico Beretta, responsabile dell’analisi presentata ieri -, ma non possiamo ancora prevedere l’ampiezza e i tempi di una svolta positiva». Nonostante una leggera ripresa durante i mesi estivi, comunque, nel primo semestre 2009 la produzione industriale ligure si è ridotta sensibilmente, con riflessi negativi sugli investimenti e sulla redditività delle imprese. A soffrire maggiormente, il settore siderurgico, dell’auto, della gomma, della plastica e della chimica. Dati negativi anche nel comparto dei trasporti, con una contrazione del 17,3% del traffico mercantile nei porti della regione e del 4,6% del movimento passeggeri. Sostanzialmente stazionarie, invece, le vendite della grande distribuzione.

Nel settore dell’intermediazione finanziaria, infine, i prestiti bancari hanno segnato un rallentamento in misura contenuta per le famiglie e in misura più marcata per le imprese, in particolare per quelle medio grandi (+0,6% nel giugno 2009 rispetto al +9,7% del dicembre 2008).

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