Le luci di Natale restano accese per tutto gennaio

Superate le feste e le polemiche annesse, le luminarie natalizie riscuotono successi tardivi. Il dibattito sulle luminarie multietniche di via Padova, la Torre di luce in piazza del Duomo, l’albero di Tiffany non hanno valicato il confine, e anzi, hanno attirato ammiratori d’Oltralpe. Proprio due giorni fa una delegazione del Comune di Lione, che organizza da anni la Fete des lumières, festival delle luci d’artista, infatti, è venuta in città per ammirare le opere del festival internazionale Led, giunto alla sua seconda edizione. Ironia della sorte il direttore artistico Jean François Zurawik, il responsabile del Progetto Gilles Flouret e il responsabile della Comunicazione Jeanne Nicolle hanno apprezzato anche alcune opere contestate come la Torre di luce in largo Beltrami. Hanno riscosso successo anche le Nuvole di via Dante e di corso Como, le rose di corso Buenos Aires, i «panni stesi» in via della Spiga firmati da Fabio Novembre e i fiori di Gilbert Moity. Risultato? Una collaborazione tra Milano e Lione per lo scambio di alcune opere: i francesi sarebbero interessati a ospitare due opere selezionate dall’edizione 2010 di Led e a invitare due artisti che hanno partecipato al nostro concorso.
Le luminarie dell’assessore all’Arredo urbano Maurizio Cadeo, insomma, piacciono. Apprezzate non solo dall’amministrazione lionese, ma anche dai cittadini e dal sindaco che aveva chiesto di prolungarne l’esposizione. Detto fatto, l’assessore Cadeo ha colto al balzo la richiesta del primo cittadino: le 60 luci d’artista abbelliranno le strade di fino al 24 gennaio. «Una scelta voluta per portare ancora un po’ di colore e di allegria in città in un mese vuoto, le feste sono finite e non ci sono altri eventi in programma per tutto il mese - spiega Cadeo -. Tanti cittadini ci hanno scritto per manifestare il loro apprezzamento. Non solo, il sindaco per primo aveva espresso il desiderio di prolungare l’allestimento artistico di qualche giorno».
Ma presto le luminarie potrebbero diventare installazioni permanenti. Potrebbe accadere all’Idroscalo, scelto come secondo luogo di Expo: l’idea di Maurizio e del fratello Cesare Cadeo, ex presidente di Milanosport sarebbe quella di scegliere alcune opere da lasciare al parco dell’Idroscalo, invece che nei magazzini.

Al momento si tratta solo di un’idea che presto i fratelli Cadeo presenteranno al sindaco Moratti e al presidente della Provincia Guido Podestà: «Il parco dell’Idroscalo potrebbe diventare un giardino artistico e ospitare le luminarie che meglio si adattano all’ambiente circostante».

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