Luciano Piccinelli: «Altro che semplificazione»

Luciano Piccinelli: «Altro che semplificazione»

Scoppia, come spesso accade, l’ennesimo caso di interpretazione su norme che sembrano semplici, ma diventano improvvisamente di difficile interpretazione. È il caso della cosiddetta Scia, vale a dire «Segnalazione certificata di Inizio Attività» (legge 122). Di che si tratta? Questa «segnalazione» a detta di coloro che l’hanno realizzata, dovrebbe essere la panacea di tutti i mali nel campo dell’edilizia. Ma la verità è molto diversa. E lo spiega il presidente del Collegio dei Geometri della provincia di Genova, Luciano Piccinelli.
Di che si tratta, presidente?
«Si tratta di questo: tale segnalazione darebbe la immediata possibilità di iniziare un’attività lavorativa».
Ma è proprio così?
«In verità invece di snellire certi percorsi, li complica enormemente. Mi pare che questa Scia sia, invece, di dubbia applicabilità ai temi della edilizia».
In che senso?
«Nel senso che già la Regione Liguria ha una legge applicabile solo alle attività produttive, quindi in un campo ben specifico, limitato. Mentre il Ministero della Semplificazione (chiamiamola così) ha detto che questa segnalazione deve essere applicata a tutta la materia edilizia».
E allora?
«Allora noi professionisti siamo nella incertezza più totale. Perché riesce difficile dare una precisa interpretazione. E questo ricade ovviamente anche sui committenti verso i quali non sappiamo come comportarci».
Ma la legge regionale non è abbastanza chiara?
«Infatti la legge regionale (n. 16 del 2008) che disciplina tutta la materia edilizia appare molto più semplice e forse davvero semplificatrice».
Insomma una confusione notevole.
«Noi diciamo: prima di fare una norma perché non si ascoltano coloro che operano sul territorio? Noi, geometri professionisti, potremmo dare adeguate informazioni, suggerire consigli in modo che l’interpretazione di una data legge sia chiara e non ponga tanti interrogativi».
E quindi che farete?
«Siamo nella incertezza più totale, non sappiamo come muoverci.

L’unica speranza è che i legislatori o i “segnalatori” si mettano d’accordo e ci facciano sapere qual è la strada giusta. Consci di poterci permettere di lavorare con obiettivi precisi e soprattutto di confrontarci con i nostri committenti in modo chiaro e lineare».

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