Roma

«Ludovico Van» secondo Pappano

La Sinfonia n.9 di Beethoven, diretta da Antonio Pappano con l’orchestra e coro di Santa Cecilia e i solisti Anita Watson, Andrea Baker, Simon O’Neil e Günther Groissböck, conclude la stagione estiva dell’Accademia, nella Cavea questa sera alle 21. L’Accademia dà un titolo «giovanile», alla serata: «Ludovico Van» che forse dice qualcosa solo al pubblico adulto che ha ancor nella memoria le immagini del film di Stanley Kubrick del 1971, «Arancia Meccanica», dove il giovane teppista Alex, l’attore Malcom McDowell, considera l'Inno alla gioia dalla Nona Sinfonia di «Ludovico Van», la più grande musica mai scritta. A proposito della Nona, e del suo movimento conclusivo, Beethoven non sarebbe stato del tutto convinto della presenza del coro - il cosiddetto «Inno alla Gioia» su versi di Friedrich von Schiller - al punto da meditare di cambiarlo con uno semplicemente strumentale, come gli altri tre movimenti della sinfonia. Poi invece, si fece coraggio e, assumendo egli stesso i versi che introducono il celebre inno: «Amici, non questi suoni, intoniamone piuttosto altri più soavi e gioiosi», si decide per il finale con coro che, comunque, doveva restare un unicum nella sua produzione sinfonica. Ed infatti la cosiddetta Decima Sinfonia, semplicemente abbozzata, sarebbe stata ovviamente «di nuovo senza coro» - ebbe a precisare il grande musicista - come era nella tradizione nella sinfonia. Da allora, la presenza del canto, da semplice novità stilistica, si è trasformata in portatrice di un messaggio filosofico all’umanità, messaggio di fratellanza, di libertà, al punto che Leonard Bernstein, che la diresse all’indomani della caduta del Muro di Berlino, nel 1989, osò sostituire la parola «gioia» (Freude) con la parola «libertà» ( Freiheit). - Auditorium. Cavea. Biglietti da 10 a 40 euro.

Info: 06.8082058

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