Cronaca locale

Luglio in città mai così affollato Si va in piscina e al supermercato

A luglio i milanesi restano in città e affollano piscine e ipermercati. Facendo crescere del 5-10 per centro le presenze nei 40 centri estivi, dove, complice il bel tempo, la previsione è di arrivare a un +20 per cento dell’ultima settimana di agosto. Ad affermarlo è l’Osservatorio diretto da Massimo Todisco, secondo cui nei giorni feriali di luglio aumenta anche il fatturato dei centri commerciali, con una crescita compresa tra il 5 e il 15 per cento. Un dato positivo per il commercio cittadino, che per Todisco si somma ad altri elementi favorevoli: «Negli ultimi 30 anni non abbiamo mai registrato un luglio così vissuto all’aperto tra le bancarelle dei mercati, i parchi cittadini e soprattutto le piscine presenti in città. Quello che si sta verificando è una sorta di pendolarismo dei centri estivi».
All’origine del fenomeno un’inversione di tendenza rispetto a quanto osservato negli ultimi anni, quando a luglio la città andava sempre più spopolandosi, con conseguenti maggiori presenze in agosto. «Quest’anno invece - precisa Todisco - in luglio Milano ha registrato un maggior numero di presenze che variano dal +15 per cento nella prima quindicina del mese al +10 per cento della seconda metà. L’ultima settimana del mese si è aperta con 1 milione di residenti rimasti in città contro i 900mila dello scorso anno». E solo con l’esodo dei prossimi giorni si scenderà di colpo sotto le 700mila presenze, con mezzo milione di persone che resteranno comunque anche nella settimana centrale di agosto.
Non a caso per Todisco «i mille negozi che resteranno aperti a Milano tra il 10 e il 20 di agosto risulteranno insufficienti, soprattutto se paragonati ai 5mila di Torino e ai 15mila di Roma». Ne risentiranno non solo i pensionati, ma anche il flusso dei turisti. «Gli unici Paesi a inserire ancora Milano nelle rotte turistiche estive sono Russia, India e Arabia Saudita. Americani e giapponesi non vengono più perché i negozi di moda sono chiusi - sostiene il direttore dell’Osservatorio -. Questo significa minori ricavi per 100 milioni di euro ogni anno e la metà degli alberghi milanesi che ad agosto sono costretti a chiudere».

Una vera e propria occasione persa, se si pensa che per colpa della crisi economica in città hanno chiuso i battenti oltre 450 esercizi commerciali e 600 imprese artigianali.

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