«Lui in aula? Non so cosa possa insegnare»

«Petrini è un grande personaggio, più grande di qualsiasi professore, ma deve fare il proprio mestiere, così come noi facciamo il nostro». Massimo Firpo, professore di Storia moderna alla facoltà di Lettere, boccia senza possibilità d'appello la proposta di creare la cattedra di sociologia dell'ambiente e del terrritorio per poi assegnarla al fondatore di Slow Food.
«Ma ve la vedete voi una persona impegnata come Petrini fare un programma di studi, condurre delle lezioni, dare le tesi di laurea e fare gli esami agli studenti? Vogliamo dargli un riconoscimento per quello che ha fatto nella propria carriera? Una bella laurea honoris causa è più che sufficiente. Petrini di meriti ne ha tanti, ma per ottenere una cattedra contano, o dovrebbero contare, soltanto quelli di natura scientifica».
Insomma, l'accusa alla facoltà e all'Ateneo è quella di cercare pubblicità assumendo persone famose: «Questo è solo uno dei mille segnali del declino dell'università come istituzione - continua Firpo - e della successiva perdita della propria identità. Ai colleghi di Scienze voglio dire che non è sbagliata la persona ma il concetto, non è certo con queste operazioni di mondanità che si fa del bene alla facoltà».


Firpo non azzarda a cercare di indovinare il finale di questa querelle che sta avvelenando il mondo accademico torinese, ma, piuttosto, esprime un desiderio. «Sarebbe bello se Carlin Petrini stesso si tirasse indietro. Ma è mai possibile che un grande personaggio come lui ancora non abbia capito che lo stanno strumentalizzando?».

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