Roma

Luigi De Filippo e la quarantenne «single» per forza

Sesella ha 40 anni suonati, vive in casa facendo da mamma alle sorelle, indossa vestagliette dozzinali e di un uomo disposto a sposarla neanche l’ombra. La faccenda non sarebbe preoccupante se fossimo ai giorni d’oggi ma all’inizio degli anni Trenta, quando cioè Peppino e Titina De Filippo scrissero Quaranta, ma non li dimostra, le cose andavano diversamente. E tuttavia questa briosa commedia mantiene quella freschezza, quella carica umana, quella sincera adesione alla sensibilità femminile che la rendono godibile anche oggi. Non è un caso che, dopo il successo raccolto l’anno scorso alla sala Umberto, Luigi De Filippo (protagonista nel ruolo del padre, Don Pasquale, e pure regista) la riproponga al pubblico capitolino, spostandosi alla Cometa, da questa sera al 4 gennaio: in pieno periodo festivo. E a ben vedere proprio di una festa si tratta: dolce e insieme amara, allegra e insieme malinconica. Siamo in una modesta casa napoletana degli anni’50. Dimessa e dedita ai lavori domestici (è la primogenita di quattro figlie rimaste orfane di madre), Sesella è ossessionata dal padre affinché trovi marito e si sposi. Quando finalmente sembra aver incontrato l’amore, la ragazza si trasforma in una donna piacente, curata, vanitosa e persino alla moda, ma si tratta solo di una bolla di sapone: delusa e affranta (e tuttavia consapevole), tornerà a essere quella di sempre.
Inutile aggiungere poi che l’ironia e il buon umore sono garantiti. Non dimentichiamoci di avere a che fare con un’opera di repertorio del grande teatro napoletano di tradizione, dove il meccanismo teatrale funziona di per sé, senza dover scimmiottare personaggi o battute del piccolo schermo.
Replica «augurale» anche la notte di Capodanno. Info: 06.

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