Luis Enrique non perdona, l’Atalanta nemmeno De Rossi va in tribuna per un ritardo alla riunione tecnica. Si scatena Denis: tre gol e un assist

Luis Enrique non guarda in faccia nessuno. Fin dal primo giorno ha imposto ai giocatori un rigido codice comportamentale. E ieri a farne le spese è stato niente meno che Daniele De Rossi, capitano romanista del futuro, da tutti ritenuto professionista impeccabile. Smentita una lite con Kjaer, il motivo dell’esclusione pare risibile: De Rossi si sarebbe presentato in ritardo alla riunione tecnica prepartita, ritardo pagato con la tribuna a Bergamo.
La sua esclusione farà discutere a lungo nella settimana che porterà al derby con la Lazio. Anche perchè Daniele è l’unico giocatore insostituibile nello scacchiere tattico. Una scelta che va oltre il limite dell’autolesionismo da parte di Luis Enrique (già orfano di Totti) in una partita decisiva per tornare in corsa per il terzo posto. L’allenatore non ha dato spiegazioni, ma non si è nascosto: «I calciatori più importanti devono essere degli esempi, se non sono pronti devo fare una scelta. Il gruppo viene prima di tutto, nessuno mi può assicurare che con un diverso giocatore in campo la sconfitta non ci sarebbe stata». Il dg Baldini difende la decisione: «Ci sono delle conseguenze, ma deve essere fatto salvo il principio del rispetto di poche regole sulle quali non si transige. De Rossi non l’ha presa bene? Normale, lui era pronto. Non nascondo che potrebbe essere una decisione pericolosa, ma non può passare il messaggio che un calciatore importante non viene penalizzato».


Impossibile non trovare un nesso tra l’esclusione e l’incomprensibile nervosismo di una Roma che ha chiuso la sfida con l’Atalanta in 9: inspiegabili il calcio di Osvaldo a Cigarini, che costerà alla punta la stracittadina, e la protesta di Cassetti per un fuorigioco non segnalato. Al resto ci pensa Denis, autore di un assist per Marilungo e di una tripletta.

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