Un impegno per il Paese che è «sicuramente politico», nel segno di una politica alta, che indica la strada ma resta «equidistante dagli schieramenti», senza scendere direttamente in campo: per Luca Cordero di Montezemolo va interpretato così il ruolo che vuole rivestire nel dibattito interno, il senso delle parole con cui ha ribadito la sua ricetta per una Italia che guardi al futuro. Servono «riforme e dialogo»: basta «campagne elettorali sempre più violente e deludenti», basta «conflitti e egoismi»: il governo «ha davanti tre anni e tantissime cose da fare» e, avverte Montezemolo, «nessuna nazione può crescere andando a votare una volta lanno». Farà il politico? Un terzo polo con Gianfranco Fini e Pier Ferdinando Casini? Sarà il leader di un nuovo asse? Montezemolo, che ancora nei giorni scorsi aveva ribadito di volersi concentrare sul suo «mestiere» di manager e imprenditore, sfugge al pressing delle domande con no comment, battute («lo farò quando la Ferrari vincerà dieci Gp di fila e il mondiale, purtroppo la vedo difficile») e risposte indirette. «Di quello che ho detto - fa notare - tengo molto al concetto di un ricambio generazionale», un «avvicendamento della classe dirigente». Nuove alleanze politiche, assi trasversali, patti tra leader per proposte alternative? «Riti, alchimie, barocche geometrie» della prima Repubblica «non possono rappresentare né oggi né domani una risposta ai bisogni del Paese».
Loccasione per parlare di politica, riforme e ricette per il futuro è la presentazione del rapporto «generare classe dirigente», che Montezemolo chiude come presidente della Luiss. E in platea lattenzione a cogliere ogni eventuale valutazione politica è alta anche per la presenza del presidente delle Camera, Gianfranco Fini.Luiss Montezemolo resta ai box «La politica? Sono equidistante»
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