Lullaby, l'arte è una macchina pensante

Il progetto conduce i visitatori a vivere una esperienza immersiva, dove la tecnologia diventa organismo pulsante, dove l'intelligenza artificiale non è più solo calcolo, ma presenza fisica. Il confine tra umano e non-umano si sfuma, si contamina, si interroga

Lullaby, l'arte è una macchina pensante
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Nell'era della tecnologia e dell'intelligenza artificiale applicata (anche) all'arte, merita una visita l'esperimento di Donato Piccolo, artista romano classe 1976, che ha deciso di rappresentare e in qualche modo indagare i misteri elettromagnetici che animano le nostre reti neuronali. Trattasi ovviamente di una digressione poetica, ma è tutta da scoprire «Lullaby», la gigantesca installazione allestita in un'unica versione nello spazio della galleria Playlist di Giampaolo Abbondio (via Archimede 73) a cura del critico e giornalista Massimo Mattioli. Nell'idea dell'artista, Lullaby nasce come «un viaggio di un essere meccanico pensante all'interno di una rete neurale, uno stimolo al senso di noia che ci pervade giornalmente». Il progetto conduce i visitatori a vivere una esperienza immersiva, dove la tecnologia diventa organismo pulsante, dove l'intelligenza artificiale non è più solo calcolo, ma presenza fisica. Il confine tra umano e non-umano si sfuma, si contamina, si interroga.

Noto per la sua capacità di intrecciare scienza, filosofia e percezione sensibile in opere che interagiscono concettualmente ma anche materialmente con la realtà, Piccolo è da sempre interessato all'energia invisibile delle cose e alla pregnanza poetica del pensiero scientifico. Con questa nuova opera arriva un lavoro che sfida la nostra comprensione del reale e apre a nuove modalità di relazione tra uomo e macchina, tra natura e artificio, tra pensiero e materia. Quello tecnologico diventa spesso il linguaggio più adatto per riflettere il nostro tempo spiega il curatore - AI e robot sono ormai parte della nostra realtà culturale e sociale, e come tali sono legittimi strumenti espressivi. «È come entrare in una temperie dove l'opera non è definita solo dai materiali usati, ma dall'intenzione dell'artista. Il 'Kunstwollen' teorizzato all'inizio del '900 dal filosofo Alois Riegl, la volontà artistica, la spinta interna all'arte: il desiderio di trasformare la percezione della realtà attraverso la creatività, che si esprime in opere che vanno oltre il semplice rappresentare il mondo, ma lo interrogano, lo sfidano, lo ridisegnano, assecondando il progredire di linguaggi e modalità connettive».

Nella sua ricerca, Piccolo indaga da sempre fenomeni naturali, fisici e biologici attraverso disegni di design e installazioni tecnologiche e meccaniche. Le sue opere sono state esposte in numerosi musei e istituzioni nazionali e internazionali.

Alcune di queste mostre includono il Museo dell'Hermitage di San Pietroburgo, il Museo d'arte dello Zhejiang, Hangzhou, Cina, il Museo MAXXI di Roma, la XIII Biennale dell'Avana, il Festival dei due mondi di Spoleto, il museo Macro, Museo di Arte Contemporanea di Roma.

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