Utilizzando del semplice tessuto, creano opere effimere (eppure eterne per la storia dell'arte) «imballando» luoghi, monumenti, interi paesaggi. Fino a oggi nella loro carriera hanno «impacchettato» ponti, parchi, valli, isole persino, dal Kunstmuseum di Berna al Pont Neuf di Parigi, dal Reichstag di Berlino alle isole della baia di Biscayne a Miami, circondate da una cintura di polipropilene fucsia, fino al Central Park di New York. Ora, i due artisti teorici della «land art», Christo e Jeanne-Claude, vogliono ricoprire con un tetto di teli argentati il fiume Arkansas, in Colorado. Del "folle" e visionario progetto, chiamato «Over the River», se ne parla da tempo, ma ora la documentazione artistica - disegni preparatori, fotografie e filmati - approda per un'esposizione alla Fondazione Hermitage di Losanna, così come riferisce il sito swissinfo.ch.
«La maggior parte dei nostri progetti sono stati respinti e, col passare del tempo, li abbiamo dimenticati. Ma se un progetto rimane nel nostro cuore, allora facciamo di tutto per realizzarlo e, prima poi, vi riusciamo», hanno sottolineato Christo e Jeanne-Claude, illustrando a Losanna la loro ultima "visione". Di certo non sono la pazienza e la tenacia che mancano a questa arzilla coppia ultrasettantenne di artisti (nati lo stesso giorno, il 13 giugno 1935, Christo Javacheff a Gabrovo, in Bulgaria, mentre Jeanne-Claude de Guillebon, di nazionalità francese, a Casablanca, si sono conosciuti a Parigi nel '58, sposati nel '60 e dal '64 risiedono a New York). Pazienza, si diceva, oltre creatività: prima di poter impacchettare nel 1985 il Pont Neuf di Parigi hanno dovuto aspettare una decina d'anni, mentre il progetto del Reichstag a Berlino, completamente impacchettato nel 1995, ha visto la luce dopo 25 anni di attesa e tre rifiuti da parte delle autorità tedesche. E anche la loro ultima colossale opera - «The Gates», 7.500 porte di vinile istallate nel 2005 al Central Park di New York - ha dovuto aspettare ben 26 anni dalla prima richiesta inoltrata alle autorità cittadine fino alla realizzazione.
«L'ignoto fa sempre piuttosto paura - ha spiegayo Christo - se un architetto vuole realizzare un grattacielo, tanto strano e originale quanto si voglia, propone pur sempre una costruzione conosciuta, che rientra nelle norme e nelle leggi. Noi proponiamo delle opere che non figurano in nessun regolamento, in nessuna norma». In effetti, nessun altro artista, prima di loro, aveva pensato di stendere una tenda di 400 metri attraverso una valle del Colorado (1972), di circondare con un tessuto di propilene di color fucsia delle isole della baia di Biscayne in Florida (1983) o di istallare 1.340 ombrelloni blu in un parco di Ibaraku, in Giappone (1991). E a nessun altro poteva venire in mente di ricoprire il fiume Arkansas, su una lunghezza di 64 km, con un tetto di teli argentati, sospesi a delle funi ancorate alle due sponde. «Over the River», appunto. L'effetto di questa istallazione potrà essere ammirato dalla strada e dalla ferrovia che costeggiano il fiume, ma anche dalle acque stesse dell'Arkansas, che attira ogni estate centinaia di migliaia di appassionati di Rafting. E, come tutti i progetti di Christo e Jeanne-Claude, anche quest'opera è destinata a ridare un nuovo aspetto a costruzioni umane o luoghi naturali, suscitando sorpresa, fascino e interrogativi. «Ogni giorno, quando usciamo per la strada, ci muoviamo in uno spazio che è stato creato da qualcuno, che ha un proprio senso già definito da tempo. Quello che facciamo noi è semplicemente di prendere in prestito questo spazio per creare una dimensione "sculturale", una gentile perturbazione», ha detto Christo.
Ideato nel 1992, il progetto «Over the River» dovrebbe essere realizzato nel 2012. Ma le autorità americane non hanno ancora accordato un permesso definitivo. «Le autorizzazioni ci prendono almeno la metà del tempo. Le autorità locali si sono un po' spaventate quando hanno saputo che al Central Park avevamo attirato 4 anni fa oltre 5 milioni di persone», ha spiegato l'artista. Quasi altrettanto complessi, come documenta l'esposizione alla Fondazione Hermitage di Losanna, i lavori di ingegneria per fissare i cavi di acciaio alle pareti della valle e la scelta del materiale: i teli stesi sopra l'Arkansas dovranno essere resistenti al vento e sufficientemente porosi per lasciar attraversare l'acqua piovana. E, non da ultimo, ci vorrà un bel pacchetto di soldi. Con un costo stimato a 40 milioni di franchi, «Over the River» sarà il progetto più caro realizzato finora dalla coppia artistica-sentimentale che rifiuta qualsiasi sponsoring per garantire la loro autonomia creativa. Un investimento di tempo e di denaro gigantesco per un'opera che resterà esposta soltanto per 2 settimane, come la maggior parte dei lavori di Christo e Jeanne-Claude.
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