LUMET, MAESTRO ANCHE DI FICTION

Un grande regista come Sidney Lumet che a distanza di quarant’anni torna ad occuparsi di televisione per dare vita alla serie 100 Centre Street (domenica su Fox Crime, ore 21) è uno dei migliori esempi di quanto è sotto gli occhi di tutti, a maggior ragione ora che la tivù satellitare ci mette in contatto con molta ottima fiction d’oltre oceano: per gli americani la televisione non è soltanto un mezzo per fare audience abbassando il livello dell'offerta per venire incontro alle esigenze (vere o presunte) delle «masse», ma una vetrina attraverso cui esprimere talento, ambizioni, voglia di sperimentare con prodotti di qualità. Lumet ha una carriera alle spalle che gli potrebbe consentire una vita pantofolaia, ha firmato pellicole importanti come Serpico, Quel pomeriggio di un giorno da cani, Quinto Potere, Il verdetto, continua a lavorare per il grande schermo e a far parlare di sé con recenti pellicole come Prova a incastrarmi, eppure ha voluto tornare al video con una serie che reca nel titolo l’indirizzo del tribunale di New York, che diventa il palcoscenico per tratteggiare - con molta attenzione per i particolari - i comportamenti e la psicologia di giudici, avvocati, delinquenti piccoli e grandi in un continuo confronto di tipologie caratteriali e di «idee sulla vita» espresse attraverso l’eterna lotta tra legge e delinquenza, inflessibilità e compromessi, norme processuali e libero arbitrio. Nel primo episodio, ad esempio, il giudice Joe Rifkind (Alan Arkin) decide di mettere in libertà un giovane furfante che poi ne ripaga la generosità uccidendo in una rapina una poliziotta e innescando una serie di reazioni a catena tali da originare un drammatico intreccio dai contenuti quasi romanzeschi. 100 Centre Street rientra nel novero delle serie televisive di stampo sofisticato, a cominciare dalla fotografia assai efficace nel mettere in risalto la cupezza esistenziale che fa da sfondo alla narrazione, ma la cura per i particolari cui si faceva cenno prima si esprime anche e soprattutto nel conferire un tocco di personalità spiccata a ciascuno dei personaggi che partecipano alle vicende, da quelli più presenti a quelli che compaiono meno e che hanno comunque almeno un gesto, un’espressione, un’intonazione difficilmente dimenticabili. È un tipo di fiction che piacerà soprattutto agli amanti del cinema d'autore, il cui spirito troveranno qui condensato in versione compact ad uso televisivo, della durata di 55 minuti per ogni episodio.

Piacerà di meno a chi si aspetta da questa fiction i ritmi incalzanti di tanta altra fiction di genere processuale più o meno riuscita. In questo senso, fin dalle prime inquadrature, 100 Centre Street mostra subito la sua evidente originalità di impianto.

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