da Roma
Lunedì sarà la prima volta da presidente. Larcivescovo Angelo Bagnasco, successore del cardinale Camillo Ruini, aprirà i lavori del consiglio permanente della Cei che dovrà discutere tra laltro anche della nota pastorale sui Dico. Il documento si baserà sulle due note dottrinali pubblicate dalla Congregazione per la dottrina della fede nel 2002 e nel 2003 riguardanti il comportamento dei politici cattolici e lappello a non votare alcuna legalizzazione delle unioni omosessuali. In queste settimane il nuovo presidente dei vescovi italiani ha ripetuto più volte di voler essere se stesso e di non voler imitare i predecessori. Come sarà, dunque, la prima prolusione di monsignor Bagnasco? Sarà diversa da quelle alle quali ci ha abituato in questi anni il cardinale Ruini. Non nei contenuti essenziali, ben sintende, ma nella forma. Con alcune significative novità.
Non ci dovrebbero essere particolari accenni alla situazione politica internazionale (un argomento che era sempre presente nelle prolusioni di Ruini) e, pur essendo Bagnasco fermissimo sui principi, saranno centellinate le parole per impedire il più possibile strumentalizzazioni di tipo politico. Un altro significativo accenno al quale più volte il nuovo presidente della Cei ha fatto riferimento in queste settimane è quello alla collegialità: la presidenza Bagnasco cercherà un coinvolgimento ancora maggiore dellepiscopato.
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