I numeri sono impressionanti: 43mila genovesi, secondo la Rai, non pagano il canone. Tra questi ci sono anche però tutti coloro che non risultano negli archivi della Tv di Stato perché magari il bollettino lo paga già un familiare. E poi quelli che hanno deciso di intraprendere la battaglia per essere esentati dal pagamento, seguendo la procedura prevista. Una procedura che però lazienda pubblica cerca di ostacolare in ogni modo, negando che sia possibile chiedere il «sigillo» dei canali Rai.
Eppure ci sono moduli da compilare e persino versamenti da fare per dare corso alla procedura. Chi segue alla lettera certe norme, però, alla fine non ottiene soddisfazione e si vede arrivare a casa altre lettere con pesanti minacce di denuncia allAgenzia delle Entrate e di pignoramenti vari.
Una di queste disavventure lha vissuta una lettrice del Giornale che non si è ancora data per vinta e aspetta che la Rai dia seguito alle pratiche che al momento ha solo annunciato. E che ora racconta ogni suo passo, mostrando tutta la documentazione che comprova la procedura seguita. «Ho mandato la lettera di rinuncia e, come mi è stato richiesto, ho fatto un versamento da 5,16 euro, allegando infine il tagliando del mio abbonamento - conferma la signora che chiede solo di non essere citata ma consegna copia di ogni atto -. Ho scritto 5 raccomandate con ricevuta di ritorno. Mi hanno prima risposto che non si può fare. Poi, di fronte alla mia insistenza, mi hanno mandato un modulo con il quale acconsento a farmi sigillare lapparecchio televisivo. Tutto però senza alcuna ufficialità. Mai una comunicazione per raccomandata».
Alla fine la Rai è tornata alla carica, chiedendo alla cittadina di pagare ben due bollettini con canoni arretrati.
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