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L'uomo che inventò il made in Italy

di Paolo Giordano

A volte basta la parola: Borsalino. Nel mondo, i cappelli Borsalino sono stati il primo segnale di «Made in Italy». In Italia si sono rivelati forse il primo stimolo per esportare il genio di tanti altri talenti creativi. Ad Alessandria, da dove la famiglia Borsalino iniziò a conquistare tutti i continenti, quel cognome è da un secolo la culla dell'orgoglio cittadino. E così, mentre da New York a Milano le settimane della moda stanno rivoluzionando come sempre la moda, arriva perfettamente il volume di Rossana Balduzzi Gastini dedicato proprio al capostipite di questa dinastia: Giuseppe Borsalino (Borsalino - L'uomo che conquistò il mondo con un cappello - Sperling & Kupfer, 409 pagg, 18,90 euro). Una storia che va oltre il fashion ed è meravigliosamente, orgogliosamente italiana. La nascita nel 1834 a Pecetto di Valenza, a pochi chilometri dalla paurosa «Colla» prigioniera della nebbia per mesi e mesi. Il viaggio in Francia per conoscere e capire. La forza di trasformare il mestiere di cappellaio (imparato inuna piccola bottega locale) in un «brand» che vestì Hollywood e Al Capone, oppure Giolitti e Churchill oppure, tanto per citare a caso, Charlie Chaplin, Pancho Villa, Papa Giovanni XXIII, Ernest Hemingway e Alain Delon. Il tutto mantenendo saldi i valori famigliari e i legami con la propria terra. Rossana Balduzzi Gastini (che, oltre ad aver pubblicato altri due libri, è mamma dell'attrice Marta e moglie di un celebre avvocato) scende in profondità, romanzando il giusto, nell'animo di questo artigiano diventato milionario senza dimenticare quanto fosse difficile vivere faticando a combinare il pranzo con la cena. Perciò questo signore piccolo e tenace fu, nell'epoca dello sfruttamento crudele e senza ritegno degli operai, uno dei pochi a tutelarli comunque, anche quando i tempi erano «grami» (come si dice ad Alessandria). Una narrazione fluida che ricostruisce tempi e luoghi che non ci sono più (la corsa delle merci lungo il Tanaro oppure la prima bottega vicino alla chiesa di Santa Lucia) attraverso stati d'animo che allora erano di comune sentire ma adesso sono nascosti nelle pieghe della noia o del rancore collettivo.

Quasi dimenticata, come sappiamo fare solo noi italiani con le nostre eccellenze, la storia del «cappellaio geniale» Giuseppe Borsalino rivive tra le righe di questo romanzo che non inciampa mai nella retorica ma aiuta a capire una volta di più i grandi tesori di stile partiti per il mondo dalle nostre province.

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