da Roma
Il commento è pressoché unanime. Leconomia italiana rallenta la crescita, ed «è un dato davvero preoccupante». Con lopposizione che alza lindice e accusa: «È lennesima bocciatura per il governo Prodi» e gli analisti che si affrettano a identificare possibili cause e proporre soluzioni. Dopo la presentazione dei dati da parte dellIstat, il tam tam delle reazioni è praticamente immediato. «La pagella nera dellOcse e larretramento del Pil fanno comprendere maggiormente per quale ragione il governo ha pensato di vendere le riserve auree della Banca dItalia», tuona Maurizio Lupi, responsabile delle Infrastrutture di Forza Italia, sottolineando come sia sempre più evidente un esecutivo «non in grado di mettere in campo misure strutturali per rilanciare leconomia ma bravo solo a saccheggiare il patrimonio del Paese pur di coprire le inefficienze e le sconfitte della sua politica economica». E Osvaldo Napoli, responsabile enti locali di Forza Italia, evidenzia che lItalia è «lunico Paese nellarea Ocse che ha segnato un pesante arretramento nella crescita economica, mentre tutti gli altri hanno registrato incrementi lievi o sensibili». Ecco perché, secondo il deputato azzurro «il governo ha fallito su tutti i fronti», e gli italiani si troveranno a pagare sempre di più «il conto salato di una politica economica ideologica e fallimentare».
Il ministro Bersani cercando di gettare un po di acqua sul fuoco spiega che lobiettivo della crescita 2007 al 2% fissato dal governo «è ancora raggiungibile», ma «bisognerà combattere», aggiungendo anche che il dato sul Pil «riflette landamento della produzione industriale, che ha avuto un carattere calante negli ultimi mesi». Di parere opposto Daniele Capezzone, presidente della commissione Attività produttive della Camera. «Chi semina Visco e fisco, raccoglie decrescita o crescita bassa», accusa Capezzone, spiegando che un anno di «tremendismo fiscale e di politica eccessiva e sbagliata sul fronte della pressione fiscale» produce effetti di questo tipo. Dopodiché lex radicale avanza delle proposte: «Un drastico taglio della pressione fiscale, e il passaggio in 5 anni a una tassa piatta del 20%, pagabile con una riduzione della spesa pubblica dello 0,4% lanno. Insomma - conclude - giù le tasse e giù la spesa, insieme».
Di «brusca frenata» del Pil parla anche il deputato di An Adolfo Urso, aggiungendo che «ora emergono le conseguenze disastrose di una manovra che ha soffocato le imprese sotto una montagna di tasse, burocrazia e controlli inquisitori, scoraggiando ogni iniziativa e deprimendo leconomia».
Lupi (Fi): «Unione bocciata» Anche Capezzone allattacco
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