«Il 2011 di Milano sarà un anno fondamentale e affascinante». La previsione non arriva da un astrologo, ma da un politico come Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera ed ex assessore della giunta Albertini, che si concede una chiacchierata natalizia sul futuro, dai toni distesi e senza urgenze dettate dalla cronaca quotidiana. Occhi puntati sul voto di primavera per Palazzo Marino: «Abbiamo la possibilità di concludere un percorso che dal 1987 ha fatto rialzare Milano dalla crisi. Si tratta di eleggere il sindaco che realizzerà l’Expo, le grandi infrastrutture come la linea 4 e la linea 5 della metropolitana, i nuovi quartieri di City Life e Garibaldi Repubblica, che al momento sono ferite aperte nel cuore della città».
Vuol dire che dalla rielezione della Moratti dipende il futuro di Milano?
«Sulla vittoria della Moratti non si gioca solo la rielezione dell’attuale sindaco e il destino di una città roccaforte del Pdl, ma anche una grande sfida politica: far sì che Milano si dimostri ancora una volta all’avanguardia come laboratorio politico».
Che tipo di laboratorio politico?
«La possibilità che il Pdl, nato e sviluppatosi a Milano, ancora una volta sappia generare politica e selezionare la classe di governo. Da Milano è sempre partita la classe dirigente del paese, a partire da Silvio Berlusconi, e adesso può diventare punto di riferimento per tutti, essendo aperta a un nuovo grande partito dei moderati del Ppe».
Quali novità si attende?
«Se non ci saranno le elezioni nazionali, e io credo che non ci saranno perché Berlusconi intende governare fino alla fine della legislatura, Milano sarà il primo test del nome nuovo del partito. Può diventare anche un’occasione per allargare ulteriormente la nostra formazione politica».
Chi le piacerebbe avere nel partito?
«Certamente i cattolici che militano nell’Udc. E poi Milano è sempre stata un laboratorio riformista, mi aspetto apertura alla società civile per attivare un serio liberalismo, una politica sussidiaria, fondata sulla libertà di scelta e sul nuovo welfare».
Un simbolo per il 2011 di Milano?
«Il Pgt di Masseroli: il 2011 sarà l’anno della sua attivazione. Il piano di governo del territorio è il simbolo del futuro, una sfida culturale prima che politica: si tratta del primo ripensamento serio della città dopo il piano regolatore del 1980. Non è solo uno strumento territoriale, ma un modo di trovare i nuovi punti di riferimento della città».
Il 2011 come anno in cui si realizzano progetti?
«È anche un anno fondamentale nel passaggio verso l’Expo: si raccolgono i risultati di vent’anni di governo continuo della città. Una continuità che esiste anche in Regione».
La Lega è da tempo interessata alla guida della Regione Lombardia. Si riparla di Roberto Maroni...
«Non credo che il 2011 sarà l’anno della Lega in Lombardia o l’anno di Maroni in Lombardia. La Lombardia è il luogo in cui il Pdl è nato, qui è il primo partito, il laboratorio del progetto politico del presidente Berlusconi. In questi quindici anni Roberto Formigoni e il Pdl hanno dimostrato straordinarie capacità di governo. La Lombardia è l’eccellenza d’Italia, non ci sono le condizioni per cui la Lega possa pretendere la Regione. E poi non sono previste elezioni: a meno di non voler discutere di ciò che piacerebbe ai politici...».
Ai leghisti piacerebbero elezioni anticipate in Lombardia?
«Si tratta di discussioni inutili, senza appiglio nel reale: fino al 2015 la Lombardia è governata da Formigoni e dal Pdl. La sfida della realtà nel 2011 è per il Comune di Milano».
La sinistra è uno sfidante temibile? O è più insidioso il terzo polo?
«La sinistra ha già perso le primarie per Milano e il 2011 segnerà definitivamente la sua incapacità di generare politica, di proporre progetti alternativi alla capitale economica del Paese. Milano decreterà anche la sconfitta del terzo polo, che non arriverà a una proposta unitaria. Per l’Udc, anche per ragioni di continuità, la scelta naturale è il sostegno alla Moratti. Nel Fli è rimasto solo il presidente del consiglio comunale e mi auguro che accolga il nostro appello alla responsabilità».
È un invito a Palmeri perché ritorni nel Pdl?
«Come è tornato Landi, speriamo che torni anche Palmeri. Ormai è evidente il fallimento del Fli».
Il 2011 sarà anche l’anno dei congressi?
«Mi auguro che sarà l’anno in cui il partito, con i congressi, diventi maturo, passando da una designazione centrale dei dirigenti alla scelta attraverso un congresso cittadino milanese. Naturalmente, congressi solo se non si vota per le politiche».
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