RomaI lupi sono sempre più famelici, tengono docchio la preda. E il lupo giallorosso Ranieri esce allo scoperto: «È da diverso tempo che gli diamo la caccia, lInter sente il nostro fiato sul collo, dobbiamo cercare di azzannarla». Perchè la rincorsa ai nerazzurri - lo sostiene anche il tecnico della Roma - è molto diversa da quella di due anni fa, quando le due squadre si avvicinarono solo nelle ultime giornate. «Il risultato di Firenze non ci condizionerà, sappiamo che è una partita tra lInter, noi e il Milan fino alla fine».
Il messaggio che arriva da Trigoria è sempre lo stesso: scudetto nelle mani nerazzurre, la Roma deve correre da qui al 16 maggio per non avere rimpianti. Così Ranieri giura che la squadra non è assolutamente distratta dal derby con la Lazio di domenica prossima e sgombra subito il campo dai sospetti di reciproci favori tra la Fiorentina e i nerazzurri: «Non credo a queste cose. Prandelli ha ribadito limportanza della coppa Italia per conquistare un posto in Europa? Nulla di strano, lavrei dichiarato anchio al suo posto, un allenatore valuta le forze che ha e vede di puntare allobiettivo più prossimo».
Rimanere concentrati, dunque, senza farsi influenzare dal clima creato dalle nuove intercettazioni. «Calciopoli è una delle pagine più nere del nostro calcio - dice Ranieri - ma non dobbiamo dimenticare che un conto è la giustizia sportiva, un altro è quella ordinaria. Lasciamo che entrambe facciano il loro corso». E non bisogna nemmeno pensare al calendario «sfalsato» che concede allInter un anticipo al venerdì con la Juve. «Ritengo che sia giusto dare la possibilità ai nerazzurri di prepararsi bene per la Champions, noi faremo di necessità virtù», chiude il discorso lallenatore della Roma.
In città, per le strade e sentendo il tam tan delletere romano, si respira entusiasmo misto a scaramanzia. LOlimpico sarà ancora pieno (oltre 50mila spettatori) nonostante lAtalanta non sia avversario di blasone, segno che in molti credono nellimpresa. «Ci stiamo giocando un sogno che può diventare realtà - sottolinea Ranieri che ha avuto il merito di riportare interesse attorno alla Roma dopo la fase delicata ormai lontana 22 giornate -. La città è una cosa, la squadra è unaltra. È giusto che i tifosi siano entusiasti, io vivo il momento in maniera serena ripetendoci che ancora non abbiamo fatto niente. Dobbiamo solo continuare a spingere sullacceleratore a cominciare dalla sfida con lAtalanta, squadra con lacqua alla gola che non ha nulla da perdere».
Già, una sfida insidiosa, anche se la classifica farebbe pensare il contrario. «Le partite che sulla carta sembrano più facili sono sempre le più difficili, dobbiamo mettercelo in testa altrimenti siamo testoni», avverte Ranieri. Che con i bergamaschi non risparmia il diffidato Vucinic in vista del derby («penso alla partita che ho davanti») e quindi il tridente con Toni e Totti. «Per me è un piacere vederlo, è un campione, la posizione se la trova da solo - così Ranieri sul capitano -. Sono gli altri che devono adeguarsi. Capello lo vedeva bene vicino alla porta? È passato del tempo, io lo vedo diversamente».
Nulla da fare per Juan per un fastidio muscolare, gioca Mexes, una volta pilastro della difesa e ora finito in panchina, superato da Burdisso nelle scelte. A giugno, la sua avventura in giallorosso potrebbe concludersi.
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