Pedro Armocida
da Venezia
Alla fine, come se non bastasse, Marco Müller sè anche dovuto mettere a tradurre in inglese la famigerata lettera «terroristica» di Jean-Marie Straub. Deve essere stato un siparietto delizioso vedere il direttore della Mostra alle prese con il giurato Cameron Crowe, il più sbigottito e preoccupato, che la frase incriminata («Non potrei festeggiare in un festival dove cè tanta polizia pubblica e privata alla ricerca di un terrorista - il terrorista sono io, e vi dico, parafrasando Franco Fortini: finché ci sarà il capitalismo imperialistico americano, non ci saranno mai abbastanza terroristi nel mondo»), non si riferiva secondo lui ai «veri» terroristi, in senso politico-dinamitardo, ma piuttosto a un cinema «che ti deve terrorizzare per risvegliare la coscienza». E poi gli ha raccontato che Fortini è morto e quella frase lha scritta prima di Al Qaida e che il critico francese Serge Daney in un celebre saggio chiamava Straub «il terrorizzato pedagogico». Tantè che Müller ha convinto tutti e la giuria ha concesso il Leone speciale alla coppia Straub e Huillet senza preoccuparsi dellanniversario dell11 settembre (intanto il senatore di An Alfredo Mantovano ha chiesto al ministro Rutelli di riferire in Parlamento). Sullaltro Leone aggiunto a Crialese il direttore ha però smentito le dichiarazioni di Michele Placido che siedeva nella giuria presieduta dalla Deneuve: «Non è vero che Nuovomondo è stato a un passo dal Leone doro e che i giurati si siano divisi con quattro voti contro tre».
Per il resto, Müller e il presidente della Biennale Davide Croff sono molto soddisfatti delledizione. Per Croff «da un punto di vista organizzativo tutto ha funzionato perché dopo la prima difficile edizione e il consolidamento della seconda, ormai cè stata la messa a punto perfetta». Se però uno chiede i dati, qualche numero ad esempio sullaffluenza di pubblico e di accreditati, lefficienza non sembra tale e ci si sente rispondere, per la verità dal direttore organizzativo Luigi Cuciniello, «che queste informazioni ancora non le abbiamo, sa il computer le sta analizzando». Croff quindi può solo dire empiricamente che «mai come questanno ho visto le proiezioni così affollate anche se la quota di biglietti venduti è sempre più in decremento, non perché non vengano chiesti, ma perché avendo aumentato il numero degli sponsor dobbiamo riservare a loro più quote. È capitato spesso che abbiamo potuto mettere in vendita solo trenta biglietti, il minimo di legge». Fa capolino allora lannosa questione della nuova cittadella del cinema da costruire che vede un Marco Müller molto fiducioso, «altrimenti non starei qui». Il momento più emozionante di questa edizione? «Sicuramente la commossa premiazione di David Lynch con il Leone alla carriera ma anche vedere reagire positivamente il pubblico a un film che hai amato». Tornando alla giuria il direttore ha aggiunto che «il Leone doro a Still Life del cinese Jia Zhang-Ke non è mai stato in discussione e ha avuto lunanimità.
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