Müller soddisfatto: tanto pubblico in più

La Sessantaseiesima Mostra di Venezia ha chiuso con un bilancio positivo, nelle presenze di pubblico (più 32 per cento di biglietti venduti) e nella capacità di dimostrare la propria vitalità, puntando su anteprime mondiali e molte opere prime, nell’intercettare le tendenze artistiche e nel proporre Venezia come tesoro non solo di patrimonio artistico del passato ma di proposte culturali contemporanee. È quanto hanno detto Paolo Baratta e Marco Muller, presidente della Biennale e direttore della Mostra al termine della rassegna. «Dovevamo affrontare alcune sfide in una fase difficile per la finanza pubblica, è stato confermato l’impegno a costruire il Palazzo del Cinema. E la Mostra doveva dimostrare di essere un organismo vitale», ha detto Baratta. «Per noi le prime sono un momento determinante, mentre il Festival di Toronto sembra aver rinunciato, noi rimarremo una Mostra di prime mondiali, in molti casi la Mostra è stata mediatrice tra regista e produttore che non si accordavano sulla versione finale del film», ha chiosato Müller.

Müller ha però riconosciuto che 25 film in concorso sono troppi, ma che sono conseguenza di un programma strategico che va fissato a marzo, al quale poi finiscono con l’aggiungersi film conclusi e presentati all’ultimo momento, cui spesso non si può rinunciare. E questa edizione, ha aggiunto, ha scommesso sui film di genere, come l’horror Survival of the Dead di George Romero, che si rivelano «un modo sorprendente di raccontarci il nostro presente».

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